REGIA: NICOLAPEGG
ATTORI: LUCA SIME, LORENZO TURCO, ANNA BALDASSO, NICOLAPEGG
REPERIBILITÀ: SI TROVA SU YOU TUBE
GENERE: HORROR-COMEDY
ANNO: NON SPECIFICATO
DISTRIBUZIONE ITALIANA: INDIPENDENTE
Cari amici, è già aria di natale, e per gustare ancor meglio questo periodo direi di parlare un po’ di questo divertente corto del regista Nicolapegg (ormai di casa su questo sito…) che riesce a coniugare bene atmosfera natalizia, humor nero, horror e comicità, accontentando anche (e soprattutto) i fans di “Tales from the crypt” che questo film omaggia a volontà. “Desiderio di Natale” non ha nessuna intenzione di prendersi sul serio presentandosi come una parodia macabra di una storia natalizia presentata da un misterioso “custode del Natale” un personaggio che ricorda zio Tibia (lo ammetto avrei preferito il caro vecchio “Uncle creepy“, ma non ditelo al custode…) e ci introduce questa storia che omaggia le atmosfere dei fumetti della EC comics. Protagonisti sono due buffi fratelli completamente diversi fra loro, uno ha la classica faccia da ragazzo intelligente e studioso con tanto di occhiali, l’altro è un mezzo ritardato che non fa altro che rompere le palle a suon di stupido bullismo, la loro convivenza è un continuo litigare, a placare gli animi intervengono i genitori che cercano di mediare.
I personaggi dei genitori non li vediamo mai in volto, sono figure sfuggenti, il regista decide di nascondere queste due figure adulte quasi a voler sottolineare la natura infantile della storia in cui i “grandi” sono banditi o meglio, giocano solo un ruolo marginale, sono anonimi e senza nemmeno una faccia. Una scelta molto particolare, infatti è bene ricordare che all’epoca della loro uscita i fumetti dello Zio Tibia (pubblicati dalla EC comics) mandarono spesso in bestia i genitori che giudicavano diseducativi questi prodotti, quindi in questo senso la scelta del regista suona quasi come una vendetta: “voi ci avete tolto i fumetti? Bene, noi vi depersonalizziamo e vi togliamo dal film”, geniale. Appena la pellicola inizia vi è subito un buffo momento trash che sottolinea la stupidità del fratello rompiscatole che infatti sgancia un rutto nella sequenza di apertura, dove a placare gli animi interverranno gli evanescenti genitori.
Quest’anno babbo Natale riceverà una richiesta particolare da parte del fratello buono, che cosa sarà mai? I dialoghi sono volutamente stupidi e sopra le righe, e le citazioni al fumetto si sostanziano soprattutto nella scena in cui il buon fratello solo soletto in camera sua si legge “Haunt of fear“, bellissimo il momento dell’ incontro (poco piacevole per uno dei due) con babbo Natale, sottolineato da luci soffuse ed una dolce musica natalizia che fa da preludio al sangue che scorrerà in un finale altamente trash, in cui la reazione dei due genitori sarà veramente degna dei grandi fumetti horror-trash del passato facendovi morire dalle risate. Un corto semplice ma ben girato, molto basato sulla caratterizzazione dei personaggi e sull’atmosfera scanzonata, poco splatter ma molto divertente.
Adesso amici è il momento di approfondire un po’ di cose col regista Nicolapegg:
Dott.trash: Il tuo corto vuole omaggiare i fumetti della ec comics, ricreandone bene le atmosfere scanzonate concordi? Il mio obiettivo con “Il Desiderio di Natale” era quello di omaggiare principalmente la serie “The Haunt Of Fear” della quale possiedo tutti i numeri. Il cortometraggio è stato realizzato in maniera molto semplice e con molta passione da parte di tutti i partecipanti. Ho cercato di trasportare l’atmosfera che respiravo leggendo il fumetto in un prodotto audiovisivo a tema natalizio, con piccole dose di demenzialità in più.
Dott.trash: scommetto che sei fan del film creepshow di Romero…
Nicolapegg: Scommetti bene! Sono un grande fan di “Creepshow” 1 e 2. Di fatti il corto dal punto di vista fotografico si rifà al film di Romero piuttosto che alla trasposizione televisiva de “ I racconti della cripta”. In realtà una fotografia “fumettosa” in stile “Creepshow” l’avevo in parte già adottata per l’opera “Little Trouble in Big Eatery”.
Dott.trash: è molto interessante il fatto che (come ho scritto nella rece)i due genitori siano figure sfuggenti, nascoste, a mio parere è una sorta di vendetta verso il mondo degli adulti, che non capiva/apprezzava “Tales from the crypt” e invocava la censura, concordi?
Nicolapegg: Esattamente. Diciamo che la scelta di inquadrare solo per “dettagli” i genitori e in parte babbo natale, sottolinea il fatto che il mondo dei fumetti come “Tales from the crypt” è spesso visto di cattivo occhio dagli adulti che snobbano ed etichettano questo tipo di lettura “poco matura”. Inoltre è un affettuoso omaggio ai genitori di “Mucca e Pollo”.
Dott.trash: il livello di spatter è molto contenuto, perchè questa scelta? non ti andava stavolta di premere l’accelleratore sul versante del sangue?
Nicolapegg: Come detto nella prima domanda, l’opera si rifà ad un ipotetico racconto che si poteva trovare tra le pagine di “The Haunt of Fear”, le quali avevano una dose veramente misera di splatter, dato il pubblico verso la quale si proponeva (i ragazzini degli anni ’50) e le continue proteste di censura dei genitori dell’epoca. A differenza di “Creepshow” la quale pompò di molto il livello di orrore e splatter rispetto al fumetto. Io infatti ho voluto omaggiare la serie della Ec Comics fin dalla sua struttura narrativa, con un finale un po’ sopra le righe rispetto la serie, ma con un equilibrio tra comicità e splatter.
Dott.trash: la mia impressione è che vi siete divertiti molto a girare questo corto, ci sono stati momenti che ricordi con piacere durante le riprese, qualche aneddoto?
Nicolapegg: Essendo un piccolo progetto nato come passatempo per occupare le giornate pre-natalizie, avevamo tutti un umore rilassato, per cui abbiamo vissuto in allegria e positività la fase realizzativa. Momenti particolarmente divertenti sono stati praticamente tutte le volte che dovevamo girare delle battute tra i protagonisti; invece la scena più “difficoltosa” è stata quella con il “Custode del Natale”, interpretato da me, ed essendo praticamente attaccato al caminetto acceso, con una maschera di plastica soffocante ed una vestaglia pesante, mi stavo semplicemente sciogliendo.