REGIA: GREGORY PLOTKIN
ATTORI: AMY FORSYTH, REIGN EDWARDS, BEX TAYLOR KLAUS, TONY TODD
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: HORROR-SLASHER
ANNO: 2018
DISTRIBUZIONE ITALIANA: NOTORIOUS PICTURES
“Hellfest” è una gradita sorpresa, uno slasher fatto come si deve partorito dalla mente di 3 sceneggiatori: Seth Sherwood, Akela Cooper, e Blair Butler. Erano anni che non vedevamo uno slasher così ben fatto, con scenografie molto suggestive, purtroppo la critica sembra non essere sulla mia stessa scia bollando “Hellfest” come un film prevedibile e pieno di clichè. Andiamo a vedere più da vicino cosa ci offre questo film, la trama è molto semplice un gruppo di amici si reca ad un grande parco horror, una sorta di luna park infernale pieno di attrazioni a tema horror, purtroppo a far loro compagnia ci sarà anche un pericoloso psicopatico infiltrato fra i figuranti mascherati.
“Hellfest” si presenta dunque come un classico slasher, dalla trama lineare e piuttosto prevedibile, ma ha molte frecce nel suo arco: un’atmosfera dannatamente anni ’80 intrisa di un’ironia macabra da grand guignol come nella sequenza della ghigliottina in cui resta intrappolata la ragazza, e di cui è presentatore Tony Todd il nostro “Candyman” in una gradevole piccola parte. È curioso come “Hellfest” giochi sempre sul filo del rasoio della finzione filmica/”realtà filmica” un gioco in cui è coinvolto anche lo spettatore che si ritrova con i protagonisti in questo parco dove opera questo assassino mascherato che si confonde fra i figuranti che portano la sua stessa maschera, un volto deforme che pare quasi di pietra. I personaggi della comitiva sono i classici da slasher: la ragazza carina e timorosa che si fà convincere a recarsi alla festa, il belloccio dal cuore buono che gli fà il filo, la spalla della final girl, la ragazza punkeggiante e un po’scema, ed infine lui, uno spietato assassino senza volto e senza identità che semina morte in un luogo di divertimento. “Hellfest” non cerca di cambiare le regole dello slasher, non cerca neppure di essere molto originale ma svolge il suo dovere facendoci divertire un casino, magari si poteva alzare il livello di violenza, ma alla fine le scene della testa spappolata col martello, e la perforazione dell’occhio con particolari truculenti ci basta.