REGIA: TUN FEI MOU
ATTORI:Gang Wang,Hsu Gou,Tie Long JinZhao, Hua Mei
Zhe Quan
REPERIBILITÀ: BASSA (ALMENO DA NOI IN ITALA…)
GENERE: SPLATTER/DRAMMATICO
ANNO: 1988
La guerra purtroppo si porta dietro molti orrori, ed il regista cinese Tun Fei Mou ha voluto raccontare una parte di questo orrore: la storia dell’unità 731. Una vicenda poco nota in occidente, una misteriosa (e mostruosa) unità operativa stanziata in Cina con l’obbiettivo di creare e testare armi batteriologiche su prigionieri cinesi (ma non solo delle fonti dicono che anche un piccolo numero di russi fù coinvolto…) cose che farebbero rabbrividire anche Jack lo squartatore.
Il film ha una regia abbastanza grezza, ma anche un’aura di discreto realismo, all’inizio c’è una piccola introduzione in stile documentaristico che ci ragguaglia sulle tremende vicende legate all’unità 731 ed alla guerra sino-giapponese. Ci troviamo catapultati all’interno del campo base dell’unità 731 guidata dal folle generale e medico Ishii, che compie ogni sorta di esperimento sadico alla “Mengele” sui malcapitati prigionieri. Fra le scene più emblematiche il violento pestaggio ai danni di un malcapitato cinese, barbaramente percosso con dei bastoni da ragazzini plagiati dalla folle mente del “Mengele giapponese”.
Si tratta chiaramente di un film di denuncia verso il militarismo folle che crea mostri e devia lo spirito puro dei bambini qui dipinti come parte di un sadico ingranaggio più grande di loro. Nella prima mezz’ora più che lo splatter viene mostrato il sadismo e la cattiveria degli aguzzini, a tratti ricorda un po’ i vecchi Women in prison, la stessa aura malata, lo stesso realismo delle sequenze, e il voler mettere in scena lo stesso dualismo: vittima-carnefice. Nella seconda parte lo splatter è più presente, impressionante la sequenza claustrofobica con frequenti primi piani dei carnefici (impressionante la sequenza della sala di compressione dove un poveraccio si gonfia fino ad defecare le sue interiora) un film che mischia verità storiche aberranti, finzione, splatter, riuscendo ad essere estremo ma credibile.