L.A. ZOMBIE RECENSIONE DI F.TADOLINI

L.A ZOMBIE:

IL PRIMO ESPERIMENTO EXTREME DI BRUCE LABRUCE

Uno dei film estremi xxx, che maggiormente mi hanno portato a litigare con diverse persone in rete, tacciandomi di omofobia, perbenismo e altre cazzatone.

Scoprii questo film, per puro caso, ovvero sulle pagine dell’almanacco di Dylan Dog, dove nella sezione cinema, viene ripercorso l’andamento di tutto il cinema horror dell’anno.

Quindi spinto dalla curiosità e da tutto quello che ruota intorno alla figura dello zombi, cercai il film e…. spensi dopo circa sette minuti per seri problemi allo stomaco. Anni dopo, mi appassionai al canale di Youtube, Shiva- cinema degli eccessi, dove veniva affrontato Bruce LABruce principalmente col suo film Otto; or up with dead people, che può essere considerato una sorta di “antipasto” più soft rispetto a L.A.Zombie. Dunque, questi due film, vennero distribuiti anche in Italia, in un lussuoso cofanetto, che risultava fuori catalogo, ma neanche a farlo apposta, il mio amico Stefano Cavalli di Moveorama, aveva deciso di svendere la sua videoteca, e riuscii ad accaparrarmi una copia del box, a prezzo molto basso. Presumo che anche lui, avesse avuto la mia identica reazione al cinema di Bruce LaBruce perché il dvd di Otto; or up with dead people era ancora incellofanato.

Quindi chi sarebbe il regista? Bruce LaBruce è un artista poliedrico di fama mondiale, fotografo, videommaker, ha curato anche diverse performance art a tema zombi soprattutto a Berlino. Caso strano, un amico fotografo Danilo Rasori, che attualmente lavora a Berlino, è riuscito a collaborarci descrivendolo come un autentico genio e anche persona simpaticissima.

Con L.A. Zombie, il regista dichiara di volersi cimentare in un esperimento, ovvero realizzare il primo porno horror zombi a sfondo gay, senza nessuna censura.

Quindi, ingaggia come protagonista, un vero performer porno, ovvero Francois Sagat, e quello che ci aspettiamo da un film del genere, puntualmente ci viene sbattuto nel muso, senza nessuna censura.

La trama è semplicissima, minimale, e come detto precedentemente estremizza quello che già è stato espresso con Otto, ovvero una sorta di clochard psicopatico, è convinto di essere uno zombi proveniente dallo spazio, quindi si aggira per le strade di Los Angeles, cercando cadaveri da cui ottenere prestazioni sessuali e riportarli quindi in vita.

A dire la verità il nostro protagonista, si accoppia anche con viventi, o meglio con tutto quello che ha a disposizione, e la scena iniziale quando emerge dalle acque sembra essere estrapolata, dal bellissimo film horror Zombie Honeymoon.

LaBruce, ci fa vedere tutto quello che si può mostrare, ovvero scene di sesso che sfociano tranquillamente nel porno a tutti gli effetti, organi genitali in bella vista, e penetrazioni mostrate in primissimo piano. Oltre che all’elemento horror, che risulta comunque un elemento “accessorio” alla storia, ma che risulta comunque di impatto, ovvero make up a tema zombesco, ed esplosioni di sangue e frattaglie.

LaBruce è un esteta dell’immagine e si diverte a confondere le idee allo spettatore, ovvero nel film possiamo trovare due registri, ovvero immagine sporca alternata con immagine patinata, perché comunque il film è soprattutto un lavoro di ricerca, e non un semplicissimo porno.

Ovviamente, l’obiettivo del regista di scandalizzare e scuotere lo spettatore, è perfettamente riuscita, perché la pellicola pur girando per festival di spessore come quello di Locarno, risulta ancora bandita in diversi paesi.

Lo consiglio solo agli appassionati di cinema estremo, anche se dal mio punto di vista Otto; or up with dead people, risulta nettamente superiore.

 

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