REGIA: DAVID CRONENBERG 

ATTORI: MARYLIN CHAMBERS, FRANK MOORE, JOE SILVER

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: HORROR-WEIRD

ANNO: 1977

Con questo film Cronenberg torna a parlarci del tema a lui più caro: le mutazioni del corpo, un corpo che diffonderà uno strano e letale contagio attraverso un insolito pungiglione posto sotto l’ascella, una cosa molto weird ed inquietante, il nostro eroe qui firma regia e sceneggiatura, la produzione è affidata allo scrittore John Dunning. La sceneggiatura è semplice ma originale, viene proposto il classico tema della pandemia letale ma invece dei soliti zombi l’epidemia parte da un intervento a seguito di un brutto incidente in moto dove Rose si ritrova con gran parte del corpo ustionata. In suo “aiuto” il destino la fà finire in mano ad un mad doctor che la soccorre subito dopo l’incidente dato che ha una clinica proprio nelle vicinanze.

Il dottor Keloid la vede subito come una cavia su cui sperimentare i suoi interventi chirurgici avanguardisti sull’innesto di pelle nuova, dopo l’intervento la ragazza non è più la stessa, una strana mutazione si fa largo nel suo corpo spingendola ad una continua ricerca di sangue con cui nutrirsi grazie al sopracitato pungiglione. Sebbene l’impronta dello zombi movie si noti un po’ dato che i contagiati si comportano come zombi affamati dall’altro lato questo film ravviva il genere con una storia molto originale in cui abbiamo una protagonista che è preda di una lucida furia omicida, infatti con la sua coscienza alterata ma integra, sicuramente deviata post-intervento  diffonde un male le cui vittime diventano a loro volta untori.

Ci sono vari fattori scatenanti: il fato (l’incidente) la follia (del dott. Keloid ma anche successivamente di Rose e delle sue vittime) e l’isteria collettiva di una società che si ritrova in un incubo fuori controllo. Ci sono spesso personaggi laidi e corrotti che vengono infettati, camionisti e fattori di bassa lega che grazie alla protagonista diventano ancora più “bestie” di quanto non fossero già prima, forse il morbo e la mutazione come metafora di una società corrotta? La protagonista cerca un rapporto molto intimo con le sue vittime (spesso a sfondo sessuale) un abbraccio mortale, adesso è la femmina che “penetra” l’uomo col suo strano pungiglione quasi come fosse una malefica ape regina in cerca di prede, quindi si può azzardare  una chiave di lettura dove i rapporti di forza uomo-donna si ribaltano, la donna è cacciatrice, l’uomo preda (non a caso la maggioranza delle sue vittime sono uomini). Un film dove gli ingredienti classici della ricetta di Cronenberg ci sono tutti: l’ossessione per le mutazioni, il corpo come veicolo, la follia, la violenza e la morte.

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