REGIA: ANGELO DI NOIA
ATTORI: ANGELO DI NOIA
REPERIBILITÀ: YOU TUBE
GENERE: HORROR WEIRD
ANNO: 2020
In questo tempo di quarantena Angelo Di Noia, regista noto nell’underground italico per i suoi prodotti trash e ed i suoi oggetti magici e bamboline realmente possedute torna sulle scene dopo un certo periodo di stop e lo fà con un prodotto casereccio diverso da ciò che ho avuto modo di vedere, lontano anni luce da “Evil online” (probabilmente la sua opera migliore a mio parere) neppure la quarantena sembra arrestare il nostro impavido regista che ci propone questo cortometraggio dal titolo (provocatorio?) “Che schifo” .
Il corto è girato in maniera “invecchiata” (anche la data cambia, siamo nel 1987) e si apre con un ufo crash in computer grafica, sembra esserci l’invasione di una sostanza aliena realizzata col classico “Slime” che muta continuamente colore in maniera inquietante, ci sono frequenti primi piani di questa sostanza che pulsa, striscia e cade a terra e forma addirittura variopinti “serpentoni” alieni culminanti con un’inquietante faccia da un altro mondo (o di uno zombi?) realizzata dal regista stesso che come al solito risulta essere il factotum e controllore totale della sua opera: effetti, regia, storia. Ad un certo punto arrivano anche dei vermi alieni colorati e da qui in poi il film prende un altra piega, sembra di assistere ad un trip allucinatorio in cui suoni, colori, slime si rincorrono a vicenda creando un incubo astratto in cui forme e colori alieni stordiscono lo spettatore.
C’è spazio anche per un po’ di splatter con una scena crudissima dove una lingua viene tagliata con una lametta, entra in scena anche lo stesso Di Noia che sembra ingaggiare una lotta con questa sorta di “Blob” alieno che lo spinge all’automutilazione con un coltello ma alla fine il regista nonostante un momento in cui sembra sprofondare nella follia ha la meglio sulla sostanza aliena. Alla fine vediamo un ufo ed una scritta che forse ci aiuta ad interpretare il corto: “Io resto a casa, insieme ce la faremo”, probabilmente la sostanza aliena è una metafora della pandemia del Corona virus, la follia di cui è preda anche il protagonista sembra dovuta all’isolamento forzato ma alla fine sembra esserci una luce in fondo al tunnel. Di Noia ci mostra un corto no budget molto sperimentale con assenza di dialoghi, in cui il trip allucinatorio è sottolineato da una musica straniante, gli effetti sono quasi tutti artigianali tranne che per le scene degli ufo realizzate in cg, lo slime è sempre presente e sembra essere una metafora sia del virus che della follia che può assediarci se non restiamo con la mente lucida. Di Noia ancora una volta se ne frega di tutto e fa corti alla sua maniera come piace a lui, sempre all’insegna di un cinema fai da te con pochi mezzi, prendere o lasciare a voi la scelta.
Adesso scambiamo due parole col regista:
Dott.Trash: Ciao Angelo, eri assente da un po’ dalla scena underground parlaci del perchè di questo stop…
Angelo Di Noia: Diciamo che in questi Anni sono rimasto un po’ deluso dal Cinema Indipendente Italiano, improvvisamente i cari colleghi e quelli che consideravo amici improvvisamente sono diventati snob e Bigotti dopo aver distribuito i propri film, sentivo che si stava perdendo quel profumo di Cinema che per Anni ci hanno invidiato in tutto il mondo. Avevo bisogno di ricaricarmi. E ora sono qui più forte che mai.
Dott.Trash: Partiamo dal titolo del corto, una provocazione? Un riferimento alla situazione attuale? O Altro?
Angelo Di Noia: Guardiamoci intorno, la prima cosa che ti viene in mente? Che Schifo. Il Cortometraggio, primo di una trilogia Aliena, nasce come un progetto di divulgazione di messaggi di pace mediatici e Fisici.
Dott.Trash: Ho notato che il video è stato girato mettendo una data passata, il 1987, questa data ha un significato particolare?
Angelo Di Noia: Un tributo a quel cinema che da ragazzino tanto Amavo ma dove riporto le date delle riprese amatoriali che mio padre mi faceva quando ero un bambino.
Dott.Trash: Il tuo lavoro stavolta sembra piuttosto criptico, lo slime alieno è forse una metafora del maledetto Corona virus che tanto ci fa soffrire?
Angelo Di Noia: si, il mio Film è una metafora di questa brutta situazione Cov19
Dott.Trash: Il tuo corto sembra spesso un trip allucinatorio, volevi creare un’atmosfera che sottolineasse l’isolamento e la follia?
Angelo Di Noia: come si sarebbe espresso Buñuel in quarantena? Ho pensato a lui mentre giravo.
Dott.Trash: Sul tuo profilo FB ti sei sfogato dicendo che ai festival non ti cercavano come avresti voluto, che strada percorrerai adesso? Pensi che per proporre le tue cose potrai benissimo fare a meno dei festival o ti piacerebbe nonostante tutto parteciparvi ancora?
Angelo Di Noia: Se sono tornato è soprattutto per tantissima gente che mi segue da quasi 10 Anni, non mi importa di conquistare un premio nei Festival , mi importa Conquistare il Cuore della Gente. Per il resto, chissà… chi vivrà, vedrà. Sono tornato a fare rumore come una volta, qualcuno mi sentirà.