REGIA: PAL SLETAUNE
ATTORI: NOOMI RAPACE, KRISTOFFER JONER, VETLE WERRING
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: THRILLER PSICOLOGICO-DRAMMATICO
ANNO: 2011
DISTRIBUZIONE ITALIANA: NOMAD FILM DISTRIBUTION
Paul Sletaune regista norvegese ci propone questo drama-thriller psicologico dalle atmosfere fredde, un film sempre in bilico fra il dramma personale di una madre ed il thriller, la trama apparentemente lineare ci mostra una donna fragile, Anna, in fuga con suo figlio Andres in cerca di una nuova vita, c’è sempre l’ombra incombente di un marito violento che potrebbe ritrovarli, e c’è l’amore di una madre che diventa ossessivo. Anna compra un babycall per sentirsi piu sicura quando Andres (che non è più così piccolo da necessitare del babycall) dorme, e con esso capta strani lamenti provenienti da un altro appartamento che potrebbero significare violenza ed omicidio verso un bambino. Fra assistenti sociali approfittatori e squallidi ed un amico misterioso del figlio che appare e scompare anna conoscerà un nuovo uomo che potrebbe significare una nuova vita ma fantasmi vecchi e nuovi sono in agguato.
La malinconica colonna sonora a cura di Fernando Velasquez ci accompagna sempre cullandoci fra le sue tristi note già dalle prime immagini, contribuendo alla riuscita della fredda atmosfera che si respira durante il film, Velasquez è un compositore molto accreditato ha curato le colonne sonore di film come: “The impossible“, “La madre“, “Pride prejudice and zombies“, “Crimson peak“. “Babycall” è un film che punta tutto sulla straordinaria interpretazione di Noomie Rapace (“Alien covenant”, “Prometheus”, “Sherlock Holmes”) che riesce a darci un personaggio fragile, psicotico, solitario e dallo sguardo perso. L’unico appiglio per il ritorno ad una vita normale sembra essere Helge, il timido commesso del negozio interpretato da Kristoffer Joner anch’esso è un personaggio solitario, è interessante notare come la solitudine sia comune a tutti i personaggi del film, sono persone che vivono in un microcosmo triste.
La violenza vera e propria che i due protagonisti hanno subito non vine mai mostrata tuttavia pesa come un macigno sulla vicenda, diventando un nero fantasma che aleggia nella mente dello spettatore.I dialoghi sono molto profondi, introspettivi, una sceneggiatura scritta davvero bene che riserva un grande colpo di scena finale, il vortice in cui progressivamente la protagonista sprofonda è una realtà incerta che si fonde con le sue fantasie al punto di non distinguere più il vero dal falso, i morti dai vivi. Una vicenda drammatica che nasconde la sottotrama di un thriller, molte riprese sono fatte in interni talmente ordinati e puliti da risultare quasi asettici, fredde mura per fare da cornice alla vicenda di una protagonista tormentata, non ci sono eroi, niente happy ending in questo film d’atmosfera che sa essere elegante senza risultare troppo cervellotico, un film d’autore che è una valida alternativa ai soliti scontati thriller.