REGIA: JAMES WAN

ATTORI: RYAN KWANTEN, AMBER VALLETTA, DONNIE WAHLBERG, MICHAEL FAIRMAN

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: GHOST STORY-HORROR

ANNO: 2007

DISTRIBUZIONE ITALIANA: UNIVERSAL

James Wan dimostra ancora una volta di saperci fare, l’acclamato regista di “Saw” “Insidious” e “The conjuring” dirige questa pellicola che riesce a regalarci un buon mix di sensazioni, un po’ dark novel, un po’ ghost story, con una sceneggiatura molto originale che narra la vicenda di Jamie Ashen (interpretato dall’attore australiano Ryan Kwanten, ( “Hurricane”, “Knights of Badassom”) un uomo come tanti che una sera, quando è in compagnia della moglie Ella ( la modella Amber Valletta “Hitch”, “Premonition”) riceve un pacco anonimo con dentro un pupazzo “Billy” da ventriloquo. Jamie esce un attimo e al suo ritorno trova la moglie morta nonostante pochi attimi prima avesse udito la sua voce, naturalmente sarà lui il principale indiziato, tuttavia la chiave del mistero sembra essere l’inquietante pupazzo a cui sono legati segreti della sua famiglia e la storia di una ventriloqua degli anni ’30 Mary Shaw personaggio inquietante autore di macabri delitti.

Il film propone il tema del corpo che si fa oggetto, feticcio, corpi umani tramutati in inquietanti pupazzi, lo spirito che agisce tramite oggetti inanimati dando vita a materia morta: magia nera “meccanizzata” un tocco di grottesco viene inserito tramite i volti delle vittime che sono rimasti impietriti in espressioni disumane ed esagerate, bocche contorte, occhi strabuzzati (come si sottolinea anche nella sequenza in cui l’anziano mostra al protagonista queste foto) Wan ci regala inquietanti primi piani di Billy, ottima la sequenza in cui una luce rossa accompagnata da un rumore sinistro e martellate illumina il diabolico pupazzo preparandoci ad una scena con un jumpscare di sicuro effetto. La cinepresa di Wan cerca spesso soluzioni originali come carrellate all’indietro facendoci “uscire” dai personaggi attraverso il loro occhio, veramente una trovata geniale.

Gli interni spesso hanno un’aria retrò, sempre molto eleganti ma allo stesso tempo inquietanti come la casa del vecchio padre ridotto sulla sedia a rotelle, un personaggio caratterizzato da un’aura cadaverica, aiutato dalla sua  nuova compagna che si rivelerà un personaggio dalle molte sorprese. Il cast è molto buono, Kwanten dà spessore al personaggio del bravo ragazzo che si districa in una situazione pericolosissima, Amber valletta interpreta una donna dolce in cui è facile identificarsi, Donnie Wahlberg è il classico personaggio che si scontra col protagonista per poi diventare suo alleato, lo spettatore farà altrettanto seguendolo passo passo  provando nei suoi confronti la stessa rabbia del protagonista, rabbia che appunto verrà poi stemperata trasformandosi in una moderata simpatia. Wahlberg è un attore che avevamo già visto in Saw II, III, e IV riesce ad essere convincente nella parte del detective rompiscatole, poi c’è Michael Fairman (“Mulholland drive”) riesce a dare spessore al personaggio secondario del vecchietto custode di segreti che ci introduce al flashback da dove tutto parte, “Dead Silence” è un altra prova che conferma Wan come regista di talento, un film originale, con venature gotiche (il cimitero, la casa del padre di Jamie, il teatro che vediamo nel flashback) con jumpscare al posto giusto (senza abusarne) e personaggi ottimamente caratterizzati, da vedere.

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