DIVINA MORTIS INTERVISTA CON JOSH HEISENBERG

REGIA: JOSH HEISENBERG

ATTORI: MASSIMILIANO D’ALOSIO, VALENTINA CARRINO, ENRICO BERGAMASCO NICOLE PETRUZZA, LUCA DI GIANDOMENICO

REPERIBILITÀ: SI TROVA IN DVD 

GENERE: ZOMBI MOVIE

ANNO: 2017

DISTRIBUZIONE ITALIANA: HOME MOVIES

Questo mediometraggio di Heisenberg è uno zombi movie dai toni apocalittici che mette in scena una umanità ormai distrutta, in un convento poco ortodosso alcuni folli tengono prigioniere delle povere ragazze per essere “sacrificate” e trovare la pace nella morte, mentre fuori gli zombi hanno ormai preso il controllo della civiltà umana. La narrazione va a ritroso, prima ci vine mostrata la prigionia delle ragazze e la follia che trasuda da questo luogo per giungere poi a mostrare come le due siano finite lì, una narrazione che è come un cerchio che si chiude andando a ritroso. Le riprese sono prevalentemente in interni, la prova degli attori è buona, soprattutto quella del capo dei monaci invasati, si usano spesso primi piani per cogliere questa follia che pervade i monaci deviati, la sceneggiatura a quattro mani firmata Heisenberg-Di Filippo è piuttosto semplice e lineare, credo proprio che i due più che cercare una soluzione originale a tutti i costi abbiano voluto mettere in scena uno zombi movie apocalittico che rimandasse un po’ agli anni ’80 ma in chiave moderna e personale. Gli effetti curati da Vanessa di Serafino sono tutti artigianali, per tutto i film si respira un’atmosfera molto pesante, una follia palpabile che scaturisce dai folli monologhi del capo della setta, c’è un buon lavoro anche per quanto riguarda l’illuminazione, come nel caso della sequenza in cui il capo della setta rimprovera ai suoi fratelli di non aver fatto un buon lavoro, il suo volto si tinge di un’aura rossa che ne sottolinea la follia, insomma una fotografia piena di luci ed ombre sempre bilanciate che creano giochi interessanti, lo splatter non è mai ingombrante, forse proprio su quest’aspetto si poteva fare di più mostrando magari un bello sbudellamento perpetrato dagli zombi (in realtà presente nel film ma un po’ troppo casto a mio avviso) con dettagli truculenti e budella ma l’intenzione di fare un buon prodotto c’è, la regia ha una mano sicura ed il prodotto finale è ben confezionato, vedremo cosa ci riserverà in futuro il buon Heisenberg.

DOTT TRASH: Ciao Josh, parlaci un po’ di questo “Divina mortis“, com’è nata l’idea? So che la sceneggiatura è stata scritta a 4 mani con Di Filippo, parlaci di questa collaborazione

J.HEISENBERG: Il progetto “Divina Mortis” nasce nell’estate del 2017, da me Emanuele Di Filippo e Monica DiSante, la mia compagna. L’idea nasce dalla voglia di fare uno zombie movie, e dall’amore per questo genere creato dal genio di Romero. La “combinazione” zombie/religione è stata il nostro primo spunto, e da li siamo partiti, cercando di creare un mediometraggio il più violento possibile, dove alcuni uomini, immersi in una pandemia zombie,cercano di dare una spiegazione razionale affidandosi alla fede.
Il pensiero di “Divina Mortis” si basa sul concetto della resurrezione, della salvezza, e della vita eterna cercata a tutti
i costi, anche se l’unico mezzo per raggiungerla è la violenza. Emanuele Di Filippo è un amico fraterno, un collega, ci conosciamo da parecchio tempo ma scriviamo insieme da circa sette anni. Con lui ho scritto anche “Non uccidere”, e altri progetti che usciranno a brevissimo, non solo nel campo cinematografico ma anche nel fumetto. Altra nostra grande passione, insieme al cinema. Ci tengo anche a dirti che un tassello fondamentale è stata Monica Di Sante, senza il suo appoggio, e la fiducia che ha riposto in me, non credo che sarei qui a rispondere alle tue domande.

DOTT TRASH:  Nel tuo film i personaggi sembrano proprio non avere scampo, oltre ad un’ invasione di zombi c’è da fare i conti con la follia umana, proprio la follia sembra essere un tema importante per il tuo film, una follia a sfondo religioso, sembra proprio che gli zombi siano il male “esterno” e la follia il male “interno” c’è un messaggio particolare in tutto questo?

J.HEISENBERG: La mia è sicuramente una visione pessimistica, non c’è via d’uscita nei miei lavori, solo caos, follia e violenza. Il concetto di follia è fondamentale, siamo noi il vero problema, siamo noi il male. Gli zombie sono solo un contorno che ci mette alla prova, mostrando il lato peggiore dell’essere umano. In fondo, come diceva Romero, siamo noi i morti viventi. 

DOTT TRASH: Quali sono stati gli ostacoli maggiori che hai affrontato durante le riprese?

J.HEISENBERG: Divina Mortis” è un progetto completamente auto prodotto, nessuna società di produzione, o associazione, ci ha aiutato nel realizzarlo. Io e Monica abbiamo gestito tutta la preparazione,dal casting fino la post produzione. Gli ostacoli sono stati molti, troppi. Dal principio fino al prodotto finito. Io sono autodidatta, non ho mai lavorato in un set cinematografico, e quello che so l’ho imparato guardando film e leggendo. Ho fatto il passo più lungo della gamba, ma ne è valsa la pena, anche se ho rischiato un esaurimento nervoso. Il problema principale è stato naturalmente il budget risicato, e le tempistiche. Abbiamo girato tutto in cinque giorni, anche con sessioni giornaliere di dieci ore, senza fermarsi e spremendo al massimo sia la troupe che gli attori. Un altro problema è stata la gestione delle comparse, e le lunghe ore di trucco gestite dalla bravissima Vanessa di Serafino e il suo collaboratore Emanuele Alteri. Terminare “Divina Mortis”è stato come riprendere fiato dopo una lunga immersione, chi c’è stato può capirmi.

DOTT TRASH: Come ho scritto nella recensione sembra che tu abbia voluto creare uno zombi movie un po’ anni ’80 ma con una visione più moderna e personale, concordi?

J.HEISENBERG: La mia ispirazione per “Divina Mortis” viene da George Romero,quella è stata la mia scuola, la mia guida. Chiunque voglia girare un film di questo genere deve per forza confrontarsi col suo cinema, io ho solo provato a metterci del mio, cercando di trovare un idea valida e originale che potesse piacere al pubblico.

DOTT TRASH: Parlaci della scelta del titolo: “Divina mortis” sembra un titolo che voglia suonare minaccioso ed un po’ esoterico…

J.HEISENBERG: Esatto, minaccioso ed esoterico. Era quello che volevo, anche se grammaticalmente sbagliato. La forma giusta è “Divina Mors”. Ho preferito lasciare questo titolo per il suono e l’inquietudine che trasmette quando lo pronunci.

DOTT TRASH: Ho notato che usi effetti totalmente artigianali, pensi che nonostante le major continuino spesso a proporre al grande pubblico effetti digitali ci sia una voglia di effetti alla vecchia maniera?

J.HEISENBERG: La scelta degli effetti artigianali è stata una scelta azzeccata ma molto costosa e impegnativa, sia a livello logistico che di tempistiche. Sicuramente l’uso del digitale hai molti vantaggi, ma il risultato non è sempre soddisfacente. 

DOTT.TRASH: progetti futuri?

J.HEISENBERG: A fine agosto, primi di settembre cominceremo le riprese di un nuovo cortometraggio, “Tradition”,scritto da Emanuele Di Filippo e prodotto da Monica Di Sante. Ispirato a un suo racconto pubblicato qualche anno fa: “Il giorno delle povere bestie”. E’ la storia di un ragazzino e la sua famiglia, in un contesto contadino ambientato negli anni ottanta. Naturalmente, horror. E poi,finalmente, ad anno nuovo girerò il mio primo lungometraggio:“MUTATIO”, un altro horror scritto con Emanuele Di Filippo e Maurizio Piombini, e prodotto da Monica Di Sante.

 

Leave a Comment

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca