REGIA: ARMANDO ARMAND
ATTORI: FOSCO DAL PRÀ, CECILE LE NOIR
REPERIBILITÀ: MEDIA
GENERE: HORROR WEIRD
ANNO: 2013
“La loggia” è una raccolta di cortometraggi del piemontese Armando Armand (chissà se il titolo si riferisce all’omonimo comune vicino a Torino) Torino è sicuramente una città importante per la magia e l’esoterismo e probabilmente il titolo è anche un omaggio a questa zona, partiamo infatti proprio da questo enigmatico titolo, cos’è questa loggia? Una setta? Un luogo metafisico? Un posto adibito a macabri rituali? Dopo la visione di quest’opera la domanda sembra essere ancora aperta. 21 cortometraggi (di un solo regista)uniti fra loro più dall’atmosfera che non da una narrazione coerente, nel primo frame abbiamo una misteriosa donna velata ed il suo amante in un’atmosfera straniante ed onirica che ci accompagnerà per tutto il film.
Un uomo cerca un contatto con sua moglie morta che gli appare come una visione vestita da sposa ma il dubbio resta, sarà morto pure lui? Un calciatore pazzo cerca Dio in ogni modo, fra case abbandonate e squallide prostitute, alla fine troverà solo demoni che lo faranno uscire di senno. Una ragazza si accorge di essere spiata nella sua casa e ci rivela che una misteriosa loggia opera nella zona, un gruppo di cui non si conoscono con esattezza componenti e scopi, la tipa riceva via posta un video dove una ragazza viene spiata nella sua intimità in una casa simile alla sua. Un uomo parla con un inquietante manichino che sembra una sorta di suo doppio dalle movenze di una marionetta macabra, il film prosegue fra scenari inquietanti, situazioni in bilico fra un erotismo malato ma non così tanto da lasciare il segno (come invece accade nei film di Marco Malattia che pare essere coinvolto anche in questo progetto) ma ogni episodio sembra non essere molto legato con quello che lo precede, non siamo davanti ad una raccolta di corti dove quando ne finisce uno avvia subito l’altro, qui c’è una ciclicità di personaggi e situazioni che ritornano ma in maniera caotica. Gli attori sono tutti non professionisti e questo non contribuisce ad un risultato migliore in un quadro generale dove le atmosfere decadenti funzionano a tratti.
Il fatto che non ci sia una trama ben definita ma sia lasciato tutto totalmente all’interpretazione dello spettatore non fa altro che rendere l’opera eccessivamente criptica e alla fine gli sbadigli fanno capolino, fra le sequenze migliori sicuramente è degna di nota quella in cui la donna entra in un appartamento che pare essere il ritrovo di una setta di pervertiti dediti alla necrofilia, personaggi laidi (la vecchia con i guanti in pelle) ambigui e sporchi creano un’atmosfera torbida in una delle migliori sequenze del film. Tuttavia come ho detto questa atmosfera disturbante colpisce solo a tratti (anche nella sequenza criptica dove un uomo cieco vaga alla ricerca di misteriose forme che trovano la loro carnalità in una ragazza lasciva dal volto coperto) il più delle volta è presente invece un atmosfera onirica e un po’ triste. Non saprei a chi consigliare un prodotto così, “La loggia” sembra un esercizio di stile ad ampia interpretazione, troppo criptico, pauroso a tratti ed eccessivamente autoreferenziale.