REGIA: ADAM WINGARD
ATTORI: DAN STEVENS, MAIKA MONROE, BRENDAN MEYER, SHEILA KELLEY
REPERIBILITÀ: ALTA, SI TROVA IN DVD
GENERE: THRILLER
ANNO: 2014
DISTRIBUZIONE ITALIANA: HAN WAY FILMS, SNOOT ENTERTAINMENT
Adam Wingard è un giovane e agguerrito regista autore del discreto “Blair Witch” (seguito del film di Myrik e Sanchez) di “VHS” e “VHS2” e ha partecipato al film corale “The ABCs of death” 26 cortometraggi per 26 registi, poi è stato il regista del blockbusterone/monster movie “Godzilla vs Kong”. “The guest” è un thriller ben girato che scorre per buona parte della sua durata su binari falsamente prevedibili, la sceneggiatura di Simon Barret gioca la carta della vita di una famiglia qualunque la cui quotidianità vien sconvolta dall’arrivo di David un reduce dell’Afghanistan che afferma di aver conosciuto Caleb e di aver combattuto con lui. La madre Laura spencer comincia ad instaurare col ragazzo un rapporto profondo, facendosi inizialmente benvolere anche dal resto della famiglia, ma egli chi è in realtà?
Un film dall’atmosfera molto ’80 sia nei colori (basta guardare come si presenta Anna Peterson ad inizio film col completino blu da cameriera) e nella presenza costante di elementi riconducibili alla festa di Halloween (la zucca su tutti) tanto che alcuni hanno azzardato rimandi all’ Halloween di Carpenter. Quello di David è un personaggio che si insinua all’interno di una ferita non rimarginabile come la perdita di un figlio diventandone a volta una sorta di surrogato, una figura maschile da affiancare allo stanco padre di famiglia. Adam Wingard decide di curare anche il montaggio che si rivela ottimo, ogni scena è chiara e comprensibile anche nelle sequenza più veloci, il personaggio di David è un mix fra un vendicatore, un reduce ed uno psicopatico, le sue personalità coesistono tutte in un unico personaggio per un ruolo di difficile interpretazione.
Dalla metà in poi ecco che arriva il colpo di scena che corrisponde chiaramente al cambio di prospettiva sul personaggio chiarificandone più o meno l’origine, è proprio questo cambio di prospettiva verso Adam la chiave di volta del film, il suo punto di forza maggiore. Dal punto appena citato scaturisce anche una vena action che si installa su un impianto puramente thriller creando un mix interessante che fa virare la sceneggiatura su lidi decisamente più originali, anche le musiche trasudano un’aria eighties spesso con belle melodie synth che donano un’aura molto retrò. Non è un caso che il film sia stato candidato ai Saturn awards come miglio thriller e Dan Stevens sia stato candidato come miglior debutto maschile agli Empire awards.