REGIA: DAMIAN HARRIS

ATTORI:  ELLEN BARKIN, DAMIAN HARRIS,WENDY CREWSON

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: THRILLER

ANNO:  1999

Mercy” è un thriller di Damian Harris (“Greasy lake”, “Rachel papers”) un regista specializzato in b movies che gira questo thriller a sfondo erotico la cui sceneggiatura è tratta da un libro di David L. Lindsay, Ctherine Palmer (Ellen Barkin) è una investigatrice si trova a dover risolvere una serie di omicidi di giovani donne, i delitti appaiono subito molto “particolari” si tratta di cadaveri di giovani donne apparentemente diverse come status e carattere le una dalle altre ma accumunate da una fine orribile giunta dopo giochi erotici pericolosi e strani rituali che fanno pensare ad una setta. Il cast è buono, la tosta detective è interpretata da Ellen Barkin (“The fan”, “Paura e dlirio a Las Vegas”, “She hate me”) poi troviamo Wendy Crewson (“Bicentennial man”, “The 6th day”, “The clearing”) nei panni di una donna in cura da uno psichiatra, il dott. Dominick interpretato da un altro buon attore come Julian Sands (“Il pasto nudo”, “Warlock”, “Via da Las Vegas”) il cast quindi non è male. “Mercy” è un thriller venato di un erotismo elegante che emerge anche nella gestualità (come nella sequenza della seduta dove la paziente tormenta la sua gonna) un erotismo mai volgare sempre presente in diverse sequenze, d’altronde l’erotismo è un elemento portante della sceneggiatura stessa che però ci porta anche verso un erotismo malato e sadomasochista. Si tratta di un film molto dialogato, dove l’azione (soprattutto nei primi 40 minuti) spesso viene messa da parte per concentrarsi sull’aspetto investigativo, il regista predilige gli interni che sono quasi tutti luminosi ed eleganti e creano un po’ un contrasto con gli ambienti sadomaso più oscuri (ma anch’essi sempre un po’ eleganti) l’erotismo è spesso presente sotto forma di rapporti lesbici o sadomaso, tuttavia “Mercy” risulta troppo patinato per riuscire a scioccare davvero, assistiamo spesso a lunghe sequenze erotiche (troppe) talvolta prolisse. “Mercy” ha una corposa durata di ben 2 ore ed effettivamente sono un po’ troppe per un thriller erotico che infatti si perde spesso in lunghe sequenze erotiche e dialoghi un po’ verbosi che fanno talvolta sbadigliare, il montaggio è buono e dà sempre il giusto tempo di apprezzare le sequenze, il personaggio della detective Palmer è un tipo tosto che si muove bene nell’orizzonte del moderno girl power, una donna forte, emancipata e con una discreta carica erotica che si va ad incastrare nell’erotismo presente in tutto il film. Un onesto thriller la cui pecca più evidente è l’eccessiva durata.

 

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