REGIA: WILLIAM BRENT BELL
ATTORI: LAUREN COHAN, RUPERT EVANS, JIM NORTON, DIANA HARDCASTLE
REPERIBILITÀ: ALTA, SI TROVA IN DVD
GENERE: HORROR-THRILLER
ANNO: 2016
DISTRIBUZIONE ITALIANA: EAGLE PICTURES
William Brent Bell è un regista americano con all’attivo altri tre film (più un corto girato ad inizio carriera) fra cui “Stay alive” (2006) del quale ho letto recensioni poco esaltanti, (io non mi esprimo in quanto non l’ho ancora visto…) e anche l’esorcistico “L’altra faccia del diavolo“. Per questo “The boy” si avvale dell’attrice Lauren Cohan, che oltre a lavorare nel cinema, l’abbiamo vista in diverse serie tv come: “Supernatural”, “The vampire diaries” e “The walking dead”, diciamo che si tratta di un’attrice più portata per le serie tv anche se (come in questo caso” dimostra di cavarsela bene anche nel cinema.
Per quanto riguarda invece Rupert Evans diciamo che qui è ben calato nella parte del ragazzo delle consegne, trattasi di un attore che troviamo in film come “Hellboy” (che non mi aveva fatto impazzire), “Agorà” (2009 Amenàbar) e “American pastoral” (E.MC. Gregor 2016). “The boy” è un film semplice, dalla trama lineare ma che si lascia guardare con piacere, un film realizzato con poco, infatti l’unica location del film è il castello di Craigdarroch i cui interni curatissimi ne fanno una location molto azzeccata, inoltre il regista si avvale solo di sei attori, ma ciò è funzionale al tipo di trama proposta. Greta è una ragazza che trova lavoro come babysitter nella bella dimora degli Heelshire, una volta arrivata si rende però conto che i coniugi sono impazziti per la perdita del loro unico figlio (in tenera età) in quanto gli chiedono di badare ad un piccolo manichino di porcellana che ha le fattezze di Brahms.
Nonostante l’insensatezza della situazione Greta decide di accettare l’incarico perchè il lavoro è ben pagato. Nella casa ci sono regole ferree da seguire, un vero e proprio programma che include letture e ascolto di musica per il manichino, grazie a questo impiego Greta conosce Malcom (Rupert Evans) il fattorino che porta le provviste a domicilio (visto che la casa è isolata) il quale poi nel corso del film le racconterà aneddoti sulla figura del bambino che forse non era così buono come sembrava, ma nascondeva una mente psicotica. Poco dopo scopriamo che Greta è una ragazza tormentata vittima del suo ex che la perseguita.
Una volta rimasta sola in casa, inizialmente si beffa delle regole da seguire ma piano piano anche lei comincia a nutrire un attaccamento morboso verso il manichino di Brahms, pensando che al suo interno vi sia uno spirito irrequieto in cerca di pace. Nel film c’è il tema dello sdoppiamento di una personalità malata che si identifica in un manichino, e dell’isolamento e malattia di quest’ultima (non mi va di fare spoiler quindi chi vedrà il film capirà cosa intendo…). In diverse occasioni si sobbalza sulla sedia come nella scena del quadro e in quella della vecchia soffitta dove Greta inciampa e sviene, buona (anche se un po’ intuibile) anche la scena dello specchio nella parte finale. Il ritmo generale del film è piuttosto lento, si punta molto sull’atmosfera e non sull’effettaccio, la fotografia è molto pulita, e la regia è abbastanza attenta ai dettagli (come nel caso della zoommata nella parte finale sull’occhio di porcellana in terra) gli attori sono abbastanza buoni, la Cohan come protagonista risulta essere una scelta azzeccata.
La soluzione finale del mistero potrà forse apparire un po’ scontata agli spettatori più esigenti ma alla fine “The boy” è un film onesto e coerente, infatti non capisco come mai abbia ricevuto su internet recensioni spesso negative, quando al cinema negli ultimi anni abbiamo visto film di gran lunga peggiori. L’unica cosa che cambierei è il finale aperto che stucca un po’ (visto che nei film horror ce lo hanno propinato troppo spesso) quindi restiamo in attesa del sequel.