REGIA: NICOLA PEGG
ATTORI: ALESSANDRA VIGANÓ, SELENA BELLUSSI, BLUBERRY LE
GENERE: SURREALISTA
ANNO: 2021
DISTRIBUZIONE ITALIANA: CORTOMETRAGGIO INDIPENDENTE
“Alfa e Omega” segna il ritorno di Nicola Pegg ( “Desiderio di Natale”, “Shapes”, “Funny dice”, “Khalimbu”) il nuovo lavoro del regista veneto è un lavoro molto surreale che si distacca dalle atmosfere prettamente horror, Pegg non è nuovo a questo tipo di atmosfere che si riallacciano a mio avviso in parte a lavori come “Shapes”, tuttavia in “Alfa…” si va oltre, niente dialoghi per un corto tutto puntato sul versante “visivo.” Due ragazze, una mora e una bionda incarnano probabilmente il principio positivo e negativo, lo yin e lo yang, due ragazze per due tipi di approcci cromatici: il colore ed il bianco e nero ma sempre all’insegna di una fotografia molto pulita, nitida.
Un cortometraggio molto artistico, introspettivo e di non facile lettura pieno di simbologie più o meno esplicite (la mezzaluna sopra la testa della ragazza ha richiami esoterici dal sapore wicca) il montaggio è sempre molto bilanciato, mai veloce, una buona scelta che ci da modo di immergerci maggiormente nell’atmosfera quasi mistica del film. Un altra simbologia molto evidente è la cosa che la ragazza (spersonalizzata in quanto voltata di spalle) lascia cadere a terra, l’oggetto potrebbe assumere la valenza di un seme, un qualcosa che germoglia, una ragazza “nera” che germoglia da un seme bianco, la musica è quasi sempre presente e sostituisce i dialoghi creando un’atmosfera spesso sognante. Le due ragazze si incontrano e si scontrano dando vita ad interrogativi filosofici. È interessante notare come il colore sia presente (più o meno) solo all’inizio e alla fine della vicenda enfatizzando così le profezie del titolo e sottolineando i due momenti cardine: l’inizio e la fine. Nicola Pegg mette in piedi un cortometraggio carico di simbologie, molto elegante, un po’ troppo criptico ma caratterizzato da una regia professionale.
Adesso cari amici scopriamo qualcosa di più su “Alfa e Omega” parlando direttamente con Nicola Pegg:
Dott.trash: “Alfa e omega” è un corto piuttosto criptico, come ho scritto nelle recensione sembra avvicinarsi ad altri tuoi lavori come “Shapes” concordi nel definire il tuo corto un lavoro misterioso e criptico?
Nicola Pegg: Ho inteso “Alfa e Omega” come un’opera drammaturgicamente aperta, ogni individuo che si appresta a visionarlo vedrà ciò che vuol vedere e darà il suo significato agli elementi che ho messo a disposizione. Il corto è molto visivo e si basa nella messa in scena di simboli e sequenze emotive che rappresentano stadi emozionali ben definiti. Paragonandolo a “Shapes”, quest’ultimo invece era un corto ben più marcato nel suo significato finale; io stesso attribuisco a “Shapes” una chiave di lettura mentre ad “Alfa e Omega” ce ne sono molte di più.
Dott.trash: “Alfa…” si apre con una scena a colori molto suggestiva, una ragazza in piedi con l’immensità del mare che le si para davanti, sulla sua testa vi è una mezzaluna, il tuo corto sembra pieno di simboli, le stesse attrici simboleggiano a mio avviso i due poli Yin e Yang, puoi dirci qualcosa riguardo ala simbologia presente nel film?
Nicola Pegg:“Alfa e Omega” parla attraverso simboli ed emozioni, ogni elemento ha un significato ben preciso che lo spettatore dovrebbe essere portato a decifrare, una volta trovato il significato ad ogni simbolo si ha la “cornice” completa ma (e questo secondo me è il bello) il “dipinto” al suo interno cambia in forme e colori rispetto ad ogni spettatore che lo guarda. Come già detto, non c’è un significato univoco, se ti emoziona quella cosa in corrispondenza a quel concetto, hai trovato la tua personale chiave che apre quella porta in riva al mare.
Dott.trash: In “Alfa…” troviamo due approcci cromatici, il bianco e nero ed il colore che appare solo in determinate sequenze, questa scelta voleva sottolineare ancora una volta il principio di dualità?
Nicola Pegg: Certamente, i colori sono la base del senso visivo che ogni opera possiede. Cortometraggi come “Funny Dice” o lo stesso “Shapes” hanno sfruttato la presenza e/o la assenza di determinate cromie per elargire in maniera più forte quel significato. Tornando ad “Alfa e Omega” la scelta del bianco e nero e del colore è un altro incipit fondamentale per la lettura del corto.
Dott.trash: Parlaci della collaborazione con Massimo Bezzati
Nicola Pegg: Massimo è stata la prima persona (esterna) a credere in me ed ha investire sui miei progetti. Con “Khalimbu” ha inaugurato il suo percorso da produttore e sono molto felice che abbia creduto ancora una volta in me e tutta la troupe per questo nuovo progetto. Il suo aiuto è stato fondamentale per la realizzazione dell’opera. Una delle cose più belle nel collaborare con Max e che una volta dentro al progetto vuole essere sempre aggiornato in tutti i suoi sviluppi ma senza mai imporre delle “regole” e lasciando sempre libero l’autore di agire liberamente, contribuendo con validi consigli e suggerimenti. Sono anche stato molto contento di averlo incontrato al primo giorno di riprese sul set assieme a Gianluca Busatto altro valido ragazzo. Nei giorni di ripresa abbiamo creato una piccola ma grande famiglia.
Dott.trash: Cos’è l’oggetto misterioso che la ragazza fa cadere a terra? Quale valenza simbolica possiamo attribuirgli?
Nicola Pegg: La ragazza fa cadere a terra un seme e da quel seme si sviluppa qualcosa, forse la vita o forse la morte?
Dott.trash: Hai altri corti in cantiere ?
Nicola Pegg: Si ne ho parecchi ma devo concentrarmi per dedicarmi solo ad uno, ora come ora ancora non ho ben chiaro su quale mi orienterò. Di sicuro è nell’aria la volontà di cimentarmi nella realizzazione del mio primo lungometraggio…si vedrà.