REGIA: JOHN HYAMS
ATTORI: JULES WILLCOX, MARC MENCHACA
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: THRILLER
ANNO: 2020
DISTRIBUZIONE ITALIANA: MAGNET RELEASING
John Hyams è un regista (ma anche pittore e scultore) non molto prolifico, si ricorda per il fantascientifico “Universal soldier” e “Universal soldier-day of reckoning” questo “Alone” è il suo ultimo lavoro, un thriller non molto originale ma ben girato. La sceneggiatura di Mattias Ollsson è piuttosto semplice: Jessica è una giovane donna rimasta presto vedova che un giorno mentre viaggia in auto attraverso le zone boscose del nord ovest si trova davanti un veicolo che sembra provocarla con pericolose bizze di guida, al suo interno inizialmente non si riesce a capire che sia il guidatore. Jessica ( Jules Willcox) si ferma ad una stazione di servizio e viene avvicinata dal misterioso guidatore (Marc Menchaca) che si rivela a lei scusandosi giustificando la sua guida spericolata con distrazioni al cellulare.
Il misterioso guidatore però segue la donna in maniera ossessiva finendo poi con l’addormentarla con una sostanza trasportandola in una casetta in mezzo al bosco dalla quale la donna cercherà di fuggire. Hyams mette da parte l’originalità optando per un compito abbastanza prevedibile ma dalla regia molto buona, un film fatto di pochissimi personaggi ma ottimamente caratterizzati, nel film la protagonista lotta sia contro un maniaco che contro una natura selvaggia e talvolta ostile, sola (come recita il titolo) sembra riferirsi anche alla sua condizione psicologica interiore ovvero una donna sola rimasta vedova troppo presto che sente un vuoto grande dentro di lei, vuoto sfruttato dal sadico aguzzino che talvolta cerca di colpirla con monologhi pieni di cattiverie. Ma alone mette in scena anche il classico tema dell’uomo qualunque (l’aguzzino) che si rivela un mostro all’insaputa anche della sua stessa famiglia, il tizio qualunque con segreti indicibili e doppie personalità.
Inizialmente troviamo chiari omaggi a “Duel” con questa autovettura nella quale non distinguiamo il guidatore poi vi è il colpo di scena, il futuro mostro si rivela sotto le sembianze del tizio qualunque ed inizia il solito gioco gatto vs topo certamente già visto ma in questo caso orchestrato come si deve, il tutto girato in maniera impeccabile. “Alone” nn è certo un film originale ma vale una visione, la ragazza è chiaramente il punto di riferimento per lo spettatore, ed in questo caso la protagonista ha due ostacoli davanti a sè: il maniaco e la natura, questi fiumi in piena pericolosi ma anche provvidenziali, questi boschi con alberi alti e minacciosi che fanno girare la testa solo a guardarli, (come nell’esplicita sequenza degli alberi inquadrati dal basso che sovrastano la protagonista a terra). Quindi fra accenni iniziali a “Duel” e del thriller mixato ad un’atmosfera anche survival si sviluppa questo thriller poco originale ma godibile e ben girato che può trovare sicuramente degli estimatori.