REGIA: MATTIA DE PASCALI
ATTORI: LORENZO LEPORI, BENEDETTA ROSSI, ALEX LUCCHESI, PIO BISANTI, LUCIA PIPCHAK
GENERE: HORROR
ANNO: 2020
DISTRIBUZIONE ITALIANA: HOME MOVIES
“Il tuo sepolcro… Beyond the omega” è un film scritto e diretto da Mattia de Pascali (il suo “Mc better” era una gradevole horror comedy) Prodotto da Lorenzo Lepori ( “Catacomba“, “Notte nuda” per citarne alcuni… stavolta anche come direttore di seconda unità) personaggi attivi nell’underground italiano, i due decidono di unire le forze per regalarci questo film che dal titolo e dalle atmosfere evocate ci fa tornare alla mente “Buio omega” di Joe D’amato. Ci Sono diversi punti di contatto fra queste due opere, la necrofilia, la morte della persona amata, la follia, ma fondamentalmente “Beyond…” è una visione molto personale dell’opera di D’Amato fino a diventare qualcosa di molto diverso. Innanzitutto il film di M. De Pascali risulta lievemente diluito da una leggera ironia soprattutto nelle sequenze in cui il protagonista rimprovera il cadavere animato della sua amata, poi “Beyond…” non sembra mai eccedere nello splatter estremo come il film di D’Amato presentandosi tuttavia come un gradevole viaggio infernale nella psicosi e nelle deviazioni sessuali.
Aristodemo Baldi (Lorenzo Lepori) è un uomo introverso e dalla vita distrutta a causa della morte violenta della sua amata, per questo si è isolato in una casa in campagna dove riceve le poco gradite visite di un suo amico, un tipo invadente che cerca di spronarlo a reagire. Tuttavia Aris nasconde anche una personalità malata che lo spinge alla ricerca di piaceri estremi (emblematica la sequenza nel locale sadomaso underground) che paiono essere per lui una sorta di cura alla sua impotenza. Su un oscuro sito internet si imbatte in una macabra bambola orrorifica per il sesso, ne nascerà una relazione deviata, feticcia, e psicotica nella quale la bambola prenderà vita nella sua psiche malata. Intanto un misterioso serial killer semina il panico nella zona uccidendo donne ed incrociando talvolta la “strada” del nostro sofferente protagonista. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, ognuno ha il suo giusto spazio, ottima la sequenza torbida con un velocissimo montaggio alternato che mostra lo stupro compiuto dall’assassino e la masturbazione del protagonista, quindi si parte bene con un’atmosfera malsana, il nome Aristodemo è una chiara allusione a Joe D’amato ma il nostro protagonista sembra essere diverso dal pericoloso necrofilo del film di D’amato.
Aris ha anche un lato più umano, nella disturbante sequenza del locale sadomaso sembra essere lui la vittima (pagante) di giochi perversi, una scenografia molto efficace, le luci sono puntate sul nostro protagonista, ed i suoi “spettatori” pervertiti spersonalizzati da maschere animalesche (una sorta di personificazione delle sue psicosi) il resto è un chiaroscuro molto intrigante che dona un’atmosfera malata alla sequenza a partire dall’inquietante luce rossa dell’ascensore dal quale esce una figura sessualmente ambigua. Le sequenze sono spesso in interni, una casa che diventa un ambiente soffocante, chiuso, un palcoscenico senza spettatori per la malattia mentale del protagonista che vuole a tutti i costi chiudere anche le finestre in contrasto con “Persefone” (la bambola) che al contrario vorrebbe aprirle tutte rendendo così “pubblica” la sua malattia mentale. Come ho detto sopra si coglie anche una certa ironia che ogni tanto fa capolino come nel dialogo iniziale fra Aris ed il suo maleducato amico con allusioni fuori luogo e battute di dubbio gusto.
In una scena c’è anche un piccolo “cameo” virtuale del regista trash underground Angelo Di Noia che guarda caso ha anche lui una certa passione per bambole e feticci maledetti. Il film di Pascali non fa dello splatter il suo unico motore risultando meno estremo del film di D’amato e più incentrato sull’aspetto della psicosi e delle deviazioni, comunque come ben sanno coloro che mi seguono sono sempre favorevole a film di questo genere che fanno capire come nell’underground italiano ci siano ancora persone che credono ancora nel cinema di genere sfornando prodotti frutto di investimenti e sacrifici.
Adesso facciamo quattro chiacchiere col regista:
Dott.trash: Ciao Mattia complimenti per il film, parlaci un po’ di questa collaborazione con Lorenzo Lepori
M. De Pascali: Sebbene Il tuo sepolcro… la nostra alcova nasca da un mio soggetto originale è indubbio che il progetto sia stato avviato per volontà di Lepori. Consci di ciò che comporta la presenza di due personalità forti su uno stesso set, i nostri rapporti sono stati ben definiti fin dall’inizio. L’accordo prevedeva che io mi sarei occupato della sceneggiatura e della regia e lui della produzione e dell’interpretazione del ruolo principale. Il nostro percorso non è stato una passeggiata ma avevamo un obiettivo comune: portare a casa un film di cui andare fieri.
Dott.trash: “Il tuo sepolcro…” più che un remake sembra essere una sorta di visione personale di “Buio Omega” di D’amato, d’altronde già il nome Aris pare essere un omaggio al grande regista romano, perchè hai sentito l’esigenza di sondare le vecchie atmosfere di questo film?
M. De Pascali: Non è mai stata mia intenzione realizzare un remake di Buio Omega. Il film di D’Amato mi è stato di ispirazione per rielaborare una vecchia idea su un tema, quello della bambola che prende vita, che col classico del 1979 non ha nulla a che vedere. Abbiamo calcato un po’ la mano nel promuovere Beyond The Omega come un omaggio a Beyond The Darkness (aka Buio Omega) più per catalizzare l’attenzione del pubblico che per una mia vera
esigenza artistica.
Dott.trash: Ho visto che il film ha necessitato di un lasso di tempo abbastanza lungo per essere ultimato, quali sono state le parti più difficili da girare?
M. De Pascali: I tempi di pre produzione e set non si sono discostati molto da quelli del mio precedente film, McBetter. Sulla post produzione e la distribuzione non mi posso esprimere perché non li ho seguiti in maniera diretta. Ad ogni modo, considerando che questo è l’anno del lockdown e dei conseguenti ritardi, un’attesa maggiore prima dell’uscita del film mi sembra accettabile. Per quanto riguarda le riprese, le scene più complicate da realizzare sono sempre quelle con gli animali: in McBetter avevo un cane, in Beyond The Omega un gatto e in entrambi i casi ho dovuto modificare la sceneggiatura per riadattarla alla prestazione dell’attore a quattro zampe.
Dott.trash: Mi sembra che il tuo film non si concentri solo sullo splatter che pur presente non arriva ad essere molto estremo come nel film di D’amato ma scavi a fondo nel personaggio di Aris, la sua casa diventa per lui una sorta di prigione per le sue psicosi, cosa ne pensi?
M. De Pascali: Una storia si costruisce sul personaggio e senza storia non ci può essere interesse per un
film. L’effetto splatter va bene per provocare lo spettatore, specie quello più benpensante;è un piccolo shock che lo risveglia dal torpore quotidiano. Ma se l’immagine diventa fine a sé stessa perde il proprio valore e si riduce a un gioco puerile, quello appunto dei bambini che pronunciano parole proibite per riderci sopra.
Dott.trash: Parlaci un po’ della macabra bambola, per la sua realizzazione a chi ti sei affidato?
M. De Pascali: La riproduzione a grandezza naturale di Benedetta Rossi è stata realizzata da un team di
effettisti, tanto giovani quanto talentuosi, capeggiato da Lorenzo Parlanti e Ugo Arizzi. Sono ragazzi con una passione infinita, in grado di adattarsi ai limiti di produzione e con una grande capacità di problem solving.
Dott.trash: Ho notato che è presente anche un piccolo cameo virtuale del regista underground Angelo Di Noia, paraci di questo piccolo dettaglio, non a caso anche lui è appassionato di bambole maledette…
M. De Pascali: Avevo visto Evil online e ho pensato che un breve frammento del film di Di Noia si sarebbe
sposato alla perfezione con la storia di Il tuo sepolcro… la nostra alcova.
Adesso parliamo un po’ anche con il produttore e protagonista Lorenzo Lepori il nostro Aris:
Dott.trash: Ciao Lorenzo Parlaci un po’ di questa tua produzione, è la prima volta che vesti il doppio ruolo di Produttore e attore?
L. Lepori: Diciamo che è la prima volta che agisco in maniera impegnativa sulla produzione, cercando di costruire una macchina realizzativa più ortodossa e meno terroristica. Già in altri miei film sono comparso nelle vesti di attore, seppur sempre in piccolissime cose, con l’eccezione del vecchio “Resurrezione di cuori” dove ero co protagonista. Nel caso di “Beyond the Omega” desideravo essere diretto da un altro regista per cercare di dedicarmi in maniera più profonda alla questione interpretativa. A conti fatti però, sento che le problematiche organizzative da affrontare su un set ultra low budget lungo undici giorni mi hanno spesso distratto e affaticato, quindi rimane un po di amaro in bocca per non essere riuscito a dare tutto quello che volevo al ruolo di Aris.
Dott.trash: Il tuo è un personaggio con diverse sfaccettature, deviato ma anche sofferente, quali sono stati i momenti più difficili da interpretare?
L. Lepori: I momenti più difficili sono stati quelli legati alla totale perdita di presa sulla realtà. Cercare di riprodurre nell’aspetto e nel movimento la trasformazione di una personalità al limite.
Dott.trash: Ho trovato interessante la sequenza nel club sadomaso, le luci evidenziano sia Aris che i pervertiti in maschera che sembrano una sorta di personificazione delle sue psicosi, è stato difficile allestire questo spazio particolare?
L. Lepori: Le difficoltà sono derivate fondamentalmente dalla natura del luogo. Trattandosi di una saletta adibita alla tombola di un circolo per anziani, abbiamo dovuto spostare grosse quantità di tavoli e altro materiale e ricreare da zero in un posto anonimo ma con la particolarità fortunata di queste due porte scorrevoli. Una volta sistemata la croce e le luci, sfruttando quello che avevamo, abbiamo tirato fuori un’atmosfera interessante. Tanto che avevamo un paio di vecchietti infiltrati che restavano a sbirciare. Ovviamente erano convinti che stessimo girando un pornazzo… Anche in questa sequenza come altrove è da sottolineare l’ottimo lavoro alla fotografia di Ruben Spizzichino.
Dott.trash: Ho notato che il vostro film è leggermente più rilassato del “Buio Omega” di D’amato, ogni tanto fa capolino una leggera ironia come nel dialogo fra Aris e l’amico invadente o la sequenza della coppia in tenda, volevate lasciare una traccia divertente in una storia in cui il buio regna?
L. Lepori: In realtà la citazione del film di Massaccesi è stata più una trovata iniziale che altro. C’era sì la volontà di dare un certo gelido tono astratto a una vicenda coinvolgente la necrofilia, ma poi la personalità di De Pascali spesso ha virato verso un tono da commedia grottesca all’italiana che era già contenuto nella sua sceneggiatura di partenza, che del film credo sia una delle particolarità più positive, o quantomeno uno degli azzardi più originali, visto il tema. A conti fatti, una volta arrivato al montaggio, non ho sempre trovato un amalgama fra le varie anime del film, ed è il motivo per cui ci sono state più versioni, almeno quattro, del montaggio definitivo, prima di sentirmi soddisfatto del risultato finale, che alla fine contiene delle brevi sequenze che ho girato un paio di mesi dopo il set principale del film, con una piccola seconda unità, di modo da riempire qualche buco conseguente ai numerosi tagli effettuati.
Dott.trash: Vuoi parlare un po’ del tuo nuovo progetto “Flesh contagium“?
L. Lepori: Flesh Contagium è un film che nasce dalla sanguinaria sete di girare che ha posseduto me e Alex Visani durante i primi mesi di questa nuova orrida fase nella nostra vita sociale, fra Covid e DPCM. Eravamo dietro progetti più impegnativi e complessi, ma gli eventi ci hanno indirizzato verso qualcosa che fosse da realizzare velocemente, con niente, con urgenza. Con una settimana di riprese e un budget quasi pari allo zero è venuto fuori un film primitivo e oscuro, pregno del mio gusto fumettaro e della dinamica personalità fotografica di Alex, una straordinaria belva da set. Ma non avremmo avuto il risultato che io credo così buono senza l’apporto all’audio di Daniele Marinelli, autore anche delle musiche assieme a Luca Burocchi. Il film sarà distribuito a Dicembre dalla Digitmovies. Come si dice, cotto e mangiato.