BLACK HOLE INTERVISTA CON LEONARDO BARONE

REGIA: LEONARDO BARONE

ATTORI: LEONARDO BARONE, GIORGIO BORRONI, ROBERTO FABBRI, FEDERICA PANNOCCHIA, MARICLA PANNOCCHIA

GENERE: FANTA-HORROR

ANNO: 2019

DISTRIBUZIONE ITALIANA: INDIPENDENTE

Leonardo Barone ci propone questo fanta horror dove interpreta Sam, capitano di una nave spaziale che a causa di una collisione con un asteroide subisce dei danni. Il capitano e gli altri componenti resteranno isolati gli uni dagli altri potendo comunicare solamente attraverso i loro schermi tecnologici. La nave trasporta un carico molto particolare ovvero cadaveri  in quarantena provenienti dalla misteriosa stazione spaziale Alpha 4, dove una strana epidemia ha ucciso tutti, questi soggetti non se ne staranno buoni buoni nelle loro celle di contenimento ma diventeranno l’incubo di tutto l’equipaggio della nave. Per non farsi mancare niente troveranno anche un pericoloso buco nero che minacciosamente li attirerà verso il suo centro.

Barone tiene fede alla sua fama di regista tecnologico facendo anche in questo caso un larghissimo uso (le malelingue potrebbero dire abuso) della computer grafica presente praticamente ovunque: dalla stessa nave spaziale, agli interni passando per i viaggi nello spazio la C.G. è elemento onnipresente nell’opera. La trama sembra pesantemente influenzata dai vecchi fanta horror anni ’80, gli elementi infatti ci sono tutti: dal pericoloso viaggio nello spazio al senso di isolamento dei vari componenti dell’equipaggio isolati tra loro con la minaccia di esseri mostruosi, non poteva mancare neppure un tenebroso capo di una compagnia senza scrupoli.

Ci sono diverse citazioni sparse qua e là nel film (a Barone deve piacere molto la saga di Alien…) si cerca comunque una situazione originale evitando di mostrare i soliti alieni ripiegando su uno zombie movie dai toni fantascientifici e claustrofobici con un finale quasi poetico. Il prodotto può piacere o meno, sicuramente dobbiamo sottolineare il fatto che Barone anche stavolta ha fatto quasi tutto da solo: sceneggiatura, regia, montaggio, effetti speciali, dialoghi, casting e traduzione, rivelandosi un tenace uomo tuttofare che con pochissimi mezzi riesce a sfornare bizzarri prodotti cinematografici.

Adesso scopriamo tutti i segreti di “Black Hole” con Barone!

1)Dott.Trash: Com’è nato il progetto black hole?

Leonardo Barone: Era da molto che stavo pensando di realizzare qualcosa che fosse ambientato nello spazio, qualcosa però che fosse realizzato in modo più professionale rispetto al mio precedente lavoro e che avesse come tema principale i buchi neri, queste regioni dello spaziotempo aventi un campo gravitazionale talmente intenso che nulla nelle vicinanze può sfuggirgli, neanche la luce, mi hanno sempre affascinato sin da bambino.

2) Dott.Trash: Black hole sembra un fantahorror la cui trama ricalca ed omaggia alcuni classici fantahorror anni ’80 quali sono state le tue fonti di ispirazione?

Leonardo Barone: In un certo senso sì, mi sono ispirato molto al film di Gary Nelson “Il Buco Nero” 1979, un film che colpì molto la mia immaginazione quando da bambino lo vidi per la prima volta, un altro film a cui mi sono ispirato molto è “Punto di non ritorno” (1997) di Paul Anderson, ma mi sono ispirato moltissimo anche alla saga videoludica “Dead Space”

3) Dott.Trash: L‘equipaggio è chiuso in una nave che diventa una sorta di cella per ogni singolo componente creando un senso di isolamento, era questo il tuo intento?

Leonardo Barone: Certo, Black Hole è anche un classico trap movie dove le persone sono rinchiuse in uno spazio abbastanza ristretto, mi sono riguardato film come “Buried”, “In linea con l’assassino”, “Panic Room” e tutta la saga di “Saw” ed ho cercato di ricreare lo stesso senso di angoscia ed impotenza.

4)Dott.Trash: Anche in questo tuo lavoro c’è un largo uso di computer grafica alcuni ti definiscono un regista tecnologico, ti riconosci in questa etichetta?

Leonardo Barone: Credo di si, mi piace usare la computer grafica ma spesso diventa anche una necessità, non avrei potuto realizzare Black Hole senza farne uso, ho valutato l’idea di costruire un piccolo set cinematografico che ricreasse l’interno di una astronave, un pò come fece Andrea Camerini quando realizzò “Aglien” nel 2012, ma purtroppo mi è risultato impossibile farlo, l’unica soluzione era la CG, ma forse è stato meglio così, lo stile da videogame si addice molto a questa opera

5) Dott.Trash:Dai titoli di coda si capisce che hai realizzato quasi tutto da solo compreso il montaggio, come hai imparato l’arte del montaggio e l’uso della computer grafica?

Leonardo Barone: Ho imparato tutto da autodidatta studiando molto su internet, per il montaggio iniziai con un programma gratuito chiamato windows movie maker, adesso uso da molti anni Sony Vegas ed Adobe Premiere, mentre per il compositing uso da un pò di tempo After Effect, ma per la realizzazione di questo film ho dovuto incominciare a studiare anche il mondo del 3D ed incominciare ad imparare programmi appositi come per esempio Autodesk Maya, mi piace provare programmi nuovi ed arricchire di continuo le mie conoscenze, ad ogni mia opera cerco sempre di spingermi sempre un pò più in là per quanto riguarda la tecnologia.

6) Dott.Trash: Sei rimasto soddisfatto delle musiche di junio fantoni? pensi che abbiano contribuito all’atmosfera?

Leonardo Barone: Junio Fantoni ha fatto un lavoro veramente eccellente realizzando la soundtrack che sottolinea la fase finale del film, la musica calza a pennello con quello che accade sullo schermo, sono veramente soddisfatto del suo lavoro.

Ringrazio Barone per l’intervista.

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