REGIA: LEONARDO PEPI
ATTORI: MASSIMO GONNELLI, SAMANTHA RUSSOTTO, MARINA GALEOTTI, VIRGINIA PINI
REPERIBILITÀ: SI PUÓ TROVARE IN DVD
GENERE: HORROR/THRILLER PSICOLOGICO
ANNO: 2015
DISTRIBUZIONE ITALIANA: INDIPENDENTE
“Bloody winter” è un bel cortometraggio di Leonardo Pepi (di cui avevo già recensito l’argentiano “I fiori di Baal“) autore di ottimi prodotti underground spesso ben recensiti. Qua il nostro sembra aver voglia di sperimentare cimentandosi in un’opera dall’atmosfera intimista e rarefatta ambientata in un paesino sperduto fra le montagne, un microcosmo composto dalla chiesetta, il bar del paese, ed i boschi innevati. Lo scenario è esaltato da un’ottima fotografia e da colori molto vivi che riescono a cogliere le sfumature del sole al tramonto dove l’arancione e il blu si fondono alle spalle di Karl il solitario cacciatore protagonista di questo psicodramma a tinte horror. Karl è fidanzato con Ingrid ma è tormentato da un sogno ricorrente dove è costretto a fare una scelta molto singolare: due pillole di due colori diversi, che determineranno le sue scelte.
Ma chi è in realtà l’uomo delle pillole? Il suo ego nascosto? Una personificazione del fato? Karl finirà in una spirale onirica di violenza di cui solo alla fine capiremo l’origine. Un corto sicuramente fuori dall’ordinario dove i boschi innevati si tingono di sangue, un incubo che per svilupparsi ha bisogno solo di poche locations. Le scene spesso sono filtrate dal blu o dal rosso, colori dai significati nascosti probabilmente in relazione con le misteriose pillole, un blu freddo che richiama la notte contrapposto al rosso usato per dare colore a violente visioni. Brrrr… che freddo ragazzi…
Ma adesso cari amici scopriamo qualcosa di più su “Bloody winter” parlando direttamente col regista Leonardo Pepi:
1) Dott.trash: Ciao Leonardo, vuoi dirci dove si trova questo paese fuori dal tempo dove hai ambientato “Bloody winter”?
Leonardo Pepi: Quando ho scritto la sceneggiatura di Bloody Winter pensavo ad un paesino sperduto tra le Alpi ma questo avrebbe comportato costi produttivi al di fuori della mia portata così, grazie all’amico, montatore e colorist Alessio Focardi, siamo andati in perlustrazione dell’Appennino Tosco-Emiliano e ci siamo subito lasciati affascinare dalla bellezza di Lago Santo Modenese.
Il posto era esattamente come me lo ero immaginato ed aveva a disposizione tutti gli elementi di cui necessitavo per girare questo cortometraggio: natura incontaminata, assenza di grandi complessi abitativi, un rifugio/locanda, una sorta di baita per cacciatori ed una piccola chiesetta.
Con tutta la troupe ci siamo insediati nel rifugio Giovo ed abbiamo da subito trovato, da parte del titolare, la massima disponibilità ad ogni nostra esigenza; compresa quella di spostare mobili ed oggetti in modo da poter scenografare a nostro piacimento (tutti gli interni presenti nel film, ad eccezione della chiesetta, sono infatti stati girati dentro questo rifugio).
2)Dott.trash: Il tuo lavoro sembra avere un’atmosfera rarefatta ed intimista, lo spettatore si trova davanti un microcosmo da esplorare concordi?
Leonardo Pepi: Penso che l’atmosfera intimista che hai giustamente colto vedendo il film, sia infatti, non soltanto data dalla ricerca delle migliori inquadrature in un ambiente naturale già bello e misterioso in sé, ma sia anche il risultato di una straordinaria co-operazione tra tutta la mia troupe e i gestori di questo posto fantastico.
Lago Santo Modenese è effettivamente un microcosmo che sembra sospeso nel tempo ed era proprio ciò che avevo in mente quando scrissi la sceneggiatura. L’ambiente infatti, dà il senso della difficoltà della vita in un luogo dove manca ogni sorta di comodità (specialmente in inverno e sotto metri di neve), e ciò si riflette all’interno dei labirinti interiori della mente del tormentato Karl interpretato dal bravissimo Massimo Gonnelli. Spero e credo di essere riuscito nell’intento.
3)Dott.trash: Hai presentato “Bloody winter” in qualche festival? Com’è stata l’accoglienza?
Leonardo Pepi: Bloody Winter è stato presentato in vari festival internazionali della massima importanza tra Europa, Asia ed America Centrale, ed ha ottenuto riscontri molto positivi sia tra gli addetti ai lavori che con il pubblico: sale piene e talvolta sold out, con successivi Q&A molto partecipativi ed appassionati.
4)Dott.trash: È molto bella l’atmosfera onirica che riesci a trasmettere, sembra che i labirintici boschi reali siano il riflesso di un dramma psicologico che imprigiona Karl…
Leonardo Pepi: per quanto riguarda l’atmosfera onirica che avvolge tutto il film, penso di essere riuscito ad esprimerla al meglio anche grazie alle immagini che, come giustamente hai colto, sono in continua evoluzione cromatica e vanno avanti di pari passo con i turbamenti interiori del protagonista.
È un film labirintico, probabilmente di non facile lettura ad una prima visione (vedendolo una seconda volta secondo me si possono cogliere molti particolari che possono essere sfuggiti alla prima visione) ma era esattamente il risultato a cui volevo arrivare: una storia non lineare che lasciasse lo spettatore disorientato ed affascinato allo stesso tempo.
5) Dott.trash: È interessante a livello narrativo e puramente estetico la contrapposizione dei due colori: rosso e blu che caratterizzano la psiche di Karl, perchè una scelta così visionaria?
Leonardo Pepi: L’uso delle luci con gelatine colorate rossa e blu, rendono il tutto ancor più irreale ed onirico e nel mio intento dovrebbero, da un lato far scaturire altri interrogativi nella testa dello spettatore, ma dall’altro fornirgli una eventuale chiave di lettura di tutta la storia; storia che si appoggia sopra ad una impalcatura circolare anziché lineare come normalmente siamo abituati a vedere. A complicare il tutto poi, ci sono anche molti elementi metafisici presi a prestito dalla filosofia e dalla religione orientale che da un pubblico occidentale forse possono non essere colti pienamente.
Il turbamento interiore del protagonista è dato dal suo Kharma e le scelte che farà influiranno sulla sua luce interiore e sulla sua rinascita in una nuova vita (alcuni elementi del Kharma sono stati perfettamente interpretati dalla mia costumista Lucia Amaolo che ha creato un costume di scena in linea con lo stato interiore del personaggio di Karl).
6) Dott.trash: Sembra che a livello di narrazione e montaggio tu abbia voluto un po’ sperimentare girando un corto dalla trama (e montaggio) assolutamente non lineare come un puzzle i cui pezzi uniscono solo alla fine, concordi?
Leonardo Pepi: La deriva sanguinaria che deciderà di percorrere, e le sue pulsioni omicide verso la moglie (Samantha Russotto) in modo da lasciarsi andare ai piaceri della carne offertigli dalle sue due amanti (Marina Galeotti, VirginiaPini) che si concretizzano nei suoi sogni, lo porteranno a fare un viaggio interiore nei meandri della propria mente dove potrà dialogare con la parte Buona della sua coscienza che gli indica una strada alternativa da poter percorrere al suo risveglio. Una maggiore consapevolezza data dalla chiaroveggenza premonitrice tuttavia, lascia molti dubbi nella mente del protagonista: sogno e realtà sono sempre mescolati ed il futuro resta sempre incerto.
Ringrazio Leonardo per la disponibilità e spero di vedere presto un suo nuovo film!