BRIVIDI D’AUTORE

REGIA: PIERFRANCESCO  CAMPANELLA

ATTORI: MARIA GRAZIA CUCINOTTA, GIOIA SCOLA, SEBASTIANO SOMMA, FRANCO OPPINI

REPERIBILITÀ: CINEMA

GENERE: THRILLER

ANNO:  2023

Dopo il suo ultimo docufilm “I love Marco Ferreri” torna Pierfrancesco Campanella con questo thriller “Brividi d’autore” il regista romano non è nuovo a questo genere anzi, lo ha esplorato varie volte con i suoi “Cattive inclinazioni” e “Bugie rosse” oggi   torna sul grande schermo con un cast che prevede Maria Grazia Cucinotta nella parte di una regista in crisi. Luiselle Caterini è una regista corto di idee valide che cerca continuamente di proporre i suoi copioni al produttore di turno  (Franco Oppini) il quale però rifiuta sempre essendo sempre scontento dei copioni facendo aumentare la frustrazione della Caterini. Nell’incipit la regista sarà sequestrata da un misterioso maniaco che porta una maschera da Frankenstein, chi è? Cosa vuole? La Caterini nasconde degli “Scheletri” nell’armadio? Intanto continua imperterrita a creare storie sperando in un riscontro positivo del produttore, è disposta a tutto pur di ottenere soldi per fare il suo film, ma fino a dove è disposta a spingersi? La sceneggiatura di Campanella crea un film nel film dentro al film, perchè “Brividi…” è anche e soprattutto metacinema, grazie ad una sceneggiatura (dello stesso Campanella) che incastra varie storie dentro un film a episodi, una formula che non si vedeva da molto tempo, gusto del vintage? Improbabile ritorno al passato? (il film a episodi era in voga negli anni ’60/ ’70). Sicuramente in questo caso c’è un grande amore per il cinema che c’era una volta in Italia sia quello autoriale che quello più commerciale infatti “Brividi…” è molto citazionista spezzoni di vecchi film italiani irrompono nel thriller, ritroviamo  Ferreri, Mastroianni, e tanti altri, c’è spazio perfino per auto-citazioni come per la squadra usata come arma in “Cattive inclinazioni” dello stesso Campanella. Si passa con disinvoltura da un’incipit inquietante a momenti più rilassati dove emergono personaggi fantasiosi come il ragno parlante con conseguente discesa verso la follia del povero Antonio, la figura dell’assassino mascherato diventa evanescente, un’ombra che tormenta la protagonista la quale lo rivede in più personaggi: il suo ex, vari bodyguard improvvisati ecc… Campanella non spinge troppo sul sangue mantenendosi spesso su territori giallo-mistery tranne con la sequenza meta cinematografica dell’incontro fra una donna che si sente sola e quello che invece di essere un uomo piacevole è un pazzo maniaco, si osa di più, mostrando una torbida scena di sadica tortura con angoscianti primi piani e una disperata e disillusa voce fuori campo. Il film di campanella mischia ironia, giallo, mistero in un amalgama a tratti  un po’ forzato ma sempre con uno spirito a mio avviso retrò, (con personaggi spesso volutamente sopra le righe) lo spirito dei film italiani anni ’90.

Scopriamo i segreti del film parlando un po’ col regista!

Dott.trash: Ciao Pierfrancesco, il tuo “Brividi d’autore” mi ha ricordato molto certi thriller italiani di fine ’80 primi ’90 a mio avviso l’atmosfera che si sente pare provenire direttamente da quel periodo, concordi?

Pierfrancesco Campanella: Assolutamente sì. Per certi versi direi anche anni settanta. Sin da bambino ho amato questo tipo di cinema, spesso realizzato a basso budget, ma che aveva la prerogativa di incassare molto al botteghino, a fronte di costosi film d’autore che non facevano una lira. Inoltre i film cosiddetti “di genere” sono esportabili all’estero, al contrario ad esempio delle commedie, troppo legate alla realtà italiana e quindi incomprensibile per gli stranieri.

Dott.trash: Altra particolarità del film è la suddivisione in episodi, altro richiamo al cinema vecchio stile, parlaci di questa particolare scelta

Pierfrancesco Campanella: È una scelta dettata anche da motivi… pratici, visto che avevo dei mini-film già pronti e non ho fatto altro che inserirli nel nuovo contesto. Comunque ci sono film a episodi passati alla storia. Un titolo su tutti: “Tre passi nel delirio”, tre storie singole dirette da Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim. Scusate se è poco! 

Dott.trash: Il tuo film è molto citazionista, ritroviamo spezzoni di Ferreri, Mastroianni, perfino auto citazioni dai tuoi film, hai voluto portare in questo ultimo lavoro la presenza di film e attori che per te sono stati fonte di ispirazione?

Pierfrancesco Campanella: Più che altro si tratta di un gesto d’amore per il cinema in generale, soprattutto in questo momento storico nel quale la fruizione in sala è destinata a sparire a favore dei moderni mezzi di distribuzione, a cominciare dalle piattaforme. Tanto la magia del grande schermo non potrà mai essere sostituita! La situazione legata al Covid, poi, non ha fatto altro che accelerare in modo irreversibile questo processo già in atto. 

Dott.trash: La protagonista è Maria Grazia Cucinotta un’attrice molto famosa, com’è stato dirige sul set un’attrice così importante?

Pierfrancesco Campanella: Le cosiddette dive spesso sono persone fragili e insicure e sul set fanno capricci creando una montagna di problemi. Non è questo il caso di Maria Grazia, persona deliziosa, ricca di valori umani, oltre che di bellezza e talento. Con lei mi sono trovato benissimo! 

Dott.trash: Il maniaco indossa la maschera di una figura classica del mondo horror: Frankenstein, ha un significato particolare?

Pierfrancesco Campanella:È un mio incubo di quando ero piccolo, un trauma che evidentemente mi porto ancora addosso. In fondo fare il regista è un modo per esorcizzare le proprie paure e le angosce più recondite! Un bravo autore nelle sue opere parla di cose che conosce bene. Io non so se sono bravo, ma un po’ autore forse sì! 

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