REGIA: RUPERT WYATT
ATTORI: JOHN GOODMAN, ASHTON SANDERS, VERA FARMIGA
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: FANTASCIENZA
ANNO: 2019
DISTRIBUZIONE ITALIANA: ADLER ENTERTAIMENT
All’apparenza “Captive state” si presenta come l’ennesimo film su un’invasione aliena, tema caro alla fantascienza fin dalla sue origini, tuttavia questo prodotto stupisce per il modo in cui il tema viene trattato: niente scontri a suon di armi improbabili, niente dischi volanti che volteggiano su grattacieli americani, ma un’invasione quasi silenziosa, un controllo “politico” degli umani grazie a fidati tirapiedi. Wyatt si conferma un regista dalle grandi potenzialità capace di sfornare film mai banali, anche qui la regia è perfetta ed il cast ottimo: John Goodman perfetto nel ruolo di un ispettore che darà filo da torcere la nostro eroe, Ashton Sanders è l’immancabile ribelle che non piega la testa e si fà largo fra i vicoli ed i quartieri di una città controllata dagli alieni.
Un film complesso che disegna un’America apparentemente tranquilla governata in “armonia” dagli alieni ai quali gli umani sembrano essersi arresi per avere in cambio una falsa pace, il film sembra accennare anche ad una velata critica al sistema politico, forse la fine del sogno americano per far strada ad un futuro incerto ma con una speranza di fondo? Il simbolo dei ribelli: la fenice ci condurrà fra scenari urbani grigi e pieni di insidie e spioni, è chiaro che il regista non vuole rappresentare il solito film d’invasione in quanto già nelle prime sequenza d’apertura vediamo l’umanità arrendersi facendo spazio a governanti in combutta con i “marziani.
Si cerca anche di ringiovanire la classica figura del disco volante sostituendola con un’astronave atipica che sembra quasi uno scoglio volante che a volte vola minaccioso in cielo soffermandosi su obbiettivi precisi, altre volte sfreccia in alto scomparendo alla nostra vista. Che dire degli alieni? In realtà non si vedono poi molto si percepiscono come una presenza costante e minacciosa, alieni con i quali non è concesso comunicare se non attraverso interpreti, dei freddi dittatori spaziali muniti di aculei, figure alte, contorte, da incubo. “Captive…” è un film di fantascienza che esce dai soliti binari mettendo dentro fantapolitica (a tratti sembra quasi una spy story fantascientifica…), action, dramma, in un mix davvero interessante. Provare per credere.