REGIA: ELIZABETH BANKS
ATTORI: KERI RUSSEL, ALDEN EHRENREICH, RAY LIOTTA
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: ANIMAL HORROR
ANNO: 2023
“Cocainorso” è un animal horror diretto da Elizabeth Banks “Charlie’s angels” , “Pitch perfect 2” regista e produttrice alla sua sesta prova con questo animal horror scoppiettante che giunge come una gradita sorpresa, il buon cast comprende il grande Ray Liotta (alla sua ultima prova come attore prima della sua scomparsa) nei panni dello spietato trafficante Syd, Keri Russel (“Star wars: L’ascesa di skywalker”, “Apes revolution”, “Dark skyes-oscure presenze) nei panni di Sari, una madre tranquilla che deve badare ai capricci di Dee Dee (Brooklyn Prince). La trama vede una serie di personaggi che si incontrano/scontrano in un parco forestale a causa del mancato ritrovamento di una serie di borse piene di droga lanciate dal narcotrafficante Thornton che si sono sparse nel territorio boschivo che vengono via via sniffate da un orso nero che diventa così molto aggressivo. Anche i giovani Henry e Dee Dee dovranno vedersela con l’orso su di giri, intanto anche il faccendiere Daveed (O’Shea Jackson JR.) è sulle tracce delle borse per recuperarle assieme al depresso Syd. Intanto anche il ranger Liz cerca di aiutare i ragazzi ma Bob un detective locale che aveva ritrovato il corpo del narcotrafficante è deciso ad arrestare i malviventi e stroncare il giro di droga, tutti si ritroveranno nel bosco a fronteggiarsi con la minaccia incombente dell’animale feroce. “Cocain…” è un animal horror che gioca bene le sue carte mischiando azione, gore, e ironia sfruttando la buona fotografia di John Guleserian negli spazi aperti e verdi, la cosa che salta all’occhio è l’elevato tasso di gore, un fattore che si poteva intuire dal genere di film ma che nei fatti si rivela superiore ad ogni aspettativa: budella mangiate, gambe amputate, ferite mortali aperte ecc… niente mutazioni assurde, bidoni radioattivi o scialbo ambe cause ambientaliste, la furia dell’orso è tutta dovuta a belle “sniffate” di coca, una bella sorpresa per gli amanti dello splatter. Questo splatter è sorretto da effetti estremamente realistici curati da Brendan Byrne, il film sorprende per il ritmo mai lento, non ci sono punti morti o noiose lungaggini registiche tutto scorre bene in un susseguirsi di gag e situazioni spesso permeate da una sottile ironia: la rissa nei bagni dove il pusher Daveed deve vedersela con i teppisti, o i ragazzini che assaggiano la coca col coltello, o la sequenza con il ranger Liz e il teppistello che ruba i lecca lecca, un’ironia piacevole e mai invadente che si fa presenza sottile e non ingombrante. Nonostante la trama non sia molto complessa si gioca bene sull’intreccio di situazioni e storie fra i personaggi, il bosco diventa luogo d’incontro insolito per regolamenti di conti e traffici illeciti, in un certo senso viene quindi dissacrato il luogo per eccellenza delle fiabe, della natura rendendone un posto pericoloso (ma anche di perdizione a causa della cocaina) dove la morte è sempre in agguato. “Cocain…” è divertimento allo stato puro, un film senza orpelli superflui che scorre benissimo dall’inizio alla fine fatto di sequenze anche adrenaliniche e surreali come l’inseguimento dell’ambulanza da parte dell’orso inferocito o la sequenza in cui l’orso blocca col suo peso uno sfortunato che si ritrova a terra con la porta (e l’orso) addosso. Ray Liotta è un cattivo in ottima forma, vero villan principale della vicenda un duro, uno spietato, forse l’unico vero gangster puro del film, infatti i restanti cattivi sono quasi sempre caricature di gangsters, stupidi, leggeri e spesso inetti a cui appunto Liotta fa da contraltare quasi a ricordarci come si fa davvero il duro. I personaggi al contrario delle aspettative non sono solo mera carne da macello per il famelico orso ma ognuno di loro ha la sua propria personalità che lo contraddistingue, figure spesso sopra le righe scanzonate, a cui lo spettatore si affezionerà, se volete un’ora di divertimento spensierato e una buona dose di sangue andate in sala a vedere questo orso incazzato la cui vicenda è ispirata a fatti realmente accaduti, ingigantiti nel tempo che poi sono sfociati in una sorta di urban legend.