DEATH OF TEN COMMANDMENTS PARTE 2

REGIA: PESCA, HEISENBERG, TREVISIO, DEL FIOL, LONGO, BRIZI, CANCILA

ATTORI: VARI

GENERE: HORROR AD EPISODI

ANNO: 2020

DISTRIBUZIONE ITALIANA: INDIPENDENTE

 

Eccoci alla seconda parte dedicata al progetto ideato dal duo Pesca-Longo, partiamo subito con “Non uccidere” di Josh Heisenberg dove ci viene proposta una versione moderna della storia di Caino e Abele abbiamo davanti infatti due fratelli che sono l’opposto l’uno dell’altro, uno rispettoso e religioso, l’altro laido e bestemmiatore, un lavoro basato molto sull’intensa interpretazione dei due attori che sono molto calati nei loro ruoli, il dialogo iniziale è molto crudo ed evocativo, ci fa ben capire i diversi caratteri dei due personaggi, il monologo di Caino è molto impressionante, una grande prova recitativa aiutata da flashback sinistri che colpiscono come fulmini lo spettatore, c’è un ombra, un demone che abita nel suo animo ben rappresentato da un personaggio mascherato e sinistro. La fotografia si fa sempre più scura man mano che la rabbia si impadronisce della mente di Caino,l’omicidio è una sequenza serrata che alterna in rapida successione il volto di Caino alla ferita del fratello esaltando tutto con una musica classica straniante che sottolinea la furia omicida. Molto bello il personaggio del “diavolo” con le sue sembianze rettiloidi un diavolo moderno e dal make up discreto, una vicenda dal profondo significato simbolico riproposta in chiave moderna ed originale.

Poi è il turno di Paolo Trevisio con “Non commettere atti impuri” un corto che parte con un’atmosfera triste ed inquietante, un cielo grigio e degli alberi spettrali sono gli elementi che figurano nei primi minuti, la musica è un delicato piano che sottolinea queste atmosfere, “Non commettere…” è un lavoro dalle atmosfere angoscianti una storia che porta il fanatismo religioso alle sue estreme conseguenze. Pochi personaggi racchiusi in un contesto asfissiante, una madre che ha cresciuto suo figlio nella follia pseudo religiosa, un protagonista che è un personaggio muto e schivo. I dialoghi sono ben curati, molto evocativi, una storia che esce forse un po’ dai classici binari horror per dirigersi verso lidi torbidi, drammatici e introspettivi, con un finale con un tocco splatter molto simbolico.

Poi tocca a “Non rubare” di Paolo del Fiol  è una storia dove il vero protagonista è un cane molto particolare, un “ritornante” come dice uno dei tre personaggi del corto, una tranquilla serata di festa viene turbata dall’abbaiare incessante di un cane, i tre agenti tornano alla casa per vedere se va tutto ok, ma avranno belle sorprese. Il tema delle possessioni animali è molto interessante, con pochi mezzi e la giusta atmosfera viene fuori un corto di tutto rispetto nonostante a volte la recitazione tentenni un po’, la colonna sonora è composta per lo più da un tappeto sonoro inquietante ed un po’ noise, si potrebbe parlare più di effetti sonori che di musica vera e propria.

Non dire falsa testimonianza di Francesco Longo è la storia di un furto di una statuetta orientale, il corto parte in stile slasher con un maniaco mascherato, la regia ci regala inquadrature ravvicinate delle ferite inferte, ci sono stacchi piuttosto efficaci e inquadrature con buone prospettive come quella dell’altalena dondolante in cui abbiamo una visuale in prima persona ma la storia a mio avviso è un po’ troppo breve. Ci troviamo davanti ad un lavoro vagamente slasher dalla fotografia pulita e dalla regia scorrevole, tutto basato sulla suspance, privo di dialoghi, interessanti i movimenti di macchina sempre molto fluidi.

Non desiderare la donna d’altri” di Ildo Brizi ci mostra una situazione erotica malata dove un signore distinto (un professore?) ingaggia un gigolò per scattare foto piccanti alla sua compagna in un torbido gioco erotico, la regia è diretta con mano sicura, la fotografia è molto curata (la maschera con le crepe, gli ingranaggi in movimento, sono dettagli che arricchiscono la visione) molto curata anche la parte sonora che crea un parallelismo fra l’ossessivo rumore dello scatto fotografico ed il coito. Un gioco erotico che ha conseguenze nefaste, la regia usa spesso primi piani per enfatizzare le emozioni dei personaggi in particolare il vojeur protagonista. C’è posto anche per una scena splatter nel finale che ci riserva sorprese sul carattere del personaggio principale, non è facile inquadrare il genere di questo corto, una sorta di thriller psicologico abbastanza intimista e dai risvolti erotici.

Non desiderare la roba d’altri” di Davide Cancila è un corto dalla sceneggiatura interessante che ci parla di alcune strane monete antiche e di una ragazza particolarmente interessata ad esse, le monete sembrano seguirla facendosi trovare nelle mani di un barbone, la musica segue sempre segue spesso i personaggi di questa breve storia, la protagonista sembra avere una vera ossessione per queste monete antiche che la porterà ad avere anche delle allucinazioni. Molto buone le sequenze oniriche arricchite da un filtro rosso e da un montaggio veloce che aumenta la carica espressiva delle immagini da incubo, c’è un vero e proprio passaggio da una colorazione fredda a quella rosso intenso dell’incubo con immagini che il montaggio serrato lascia appena il tempo di assimilare. Un viaggio psicologico ed allucinante che termina in una chiesa luogo sacro per eccellenza ma il prete di turno non sembra essere un sacerdote molto “ortodosso”.  Un corto di sensazioni, suggestioni, privo di dialoghi che lascia ampio spazio all’interpretazione dello spettatore.

Questi progetti corali sono molto interessanti per testare lo stato di salute del nostro cinema indipendente ed avere una chiara panoramica dello stato del nostro underground italico, l’unione fa la forza!

 

 

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