REGIA: JESS FRANCO

ATTORI: SANTIAGO SEGURA, MARIANGELA GIORDANO, ALDO SAMBRELL

REPERIBILITÀ: MEDIO BASSA

GENERE: HORROR

ANNO: 1996

Jess Franco è stato un regista che ha saputo imprimere alle sue opere un marchio riconoscibilissimo, i suoi horror che trasudavano erotismo e sangue avevano dentro un forte senso dell’onirico, opere spesso non per tutti,  non banali b-movie ma opere fuori dai soliti schemi horror realizzate spesso son pochi mezzi ma molta inventiva. Franco poi era un maestro delle atmosfere: lascive vampire, castelli avvolti nella nebbia, erotismo malato, freaks, e anche rivisitazioni di mostri sacri dell’horror come Dracula e Frankenstein. Un regista sempre attivissimo e dalla lunga filmografia dentro la quale spaziò fra vari generi contaminandoli come nel caso della commedia spionistica “Les mignonnes”, o l’avventura con: “Sumuru  regina di femina” insomma, un instancabile regista dalla filmografia enorme. “Killer barbys” è un horror del 1996, data in cui il modo di fare cinema di Franco è ormai fuori tempo massimo, gli spettatori adesso sono cambiati e con loro sono cambiati i gusti, dunque il nostro regista cerca di modernizzare un po’ la sua formula “americanizzando” un po’ il suo film, gli effetti restano chiaramente artigianali ma la maniera in cui si presentano questi personaggi appartenenti ad un gruppo punk rispecchiano chiaramente una sorta di allineamento del regista spagnolo a certi personaggi americani frivoli e di scarso spessore. La sceneggiatura curata da Franco e Patxi Irigoyen mostra un gruppo punk chiamato: Killer Barbies in viaggio per esibirsi in una nuova località, il gruppo resta impantanato nei pressi d un oscuro castello nel quale dimora la contessa von Fledermaus (interpretata dalla mitica Mariangela Giordano attrice cara al nostro cinema di genere) col suo “braccio destro” Arkan il quale li conduce all’interno del maniero con la promessa di aiutarli e di offrire loro riparo per la notte. Ma la contessa nasconde un segreto, e Arkan (Aldo Sambrell) è alla perenne ricerca di vittime e sangue da offrire alla donna che nasconde un tremendo segreto. La componente erotica non manca ma qui è presentata in un’ottica più volgarotta e meno raffinata e meno morbosa, c’è una componente gotica con questo castello avvolto dalle nebbie con interni fatti con mobili antichi, candelabri, interni cari a tanti altri film del regista. Tuttavia l’atmosfera tuttavia funziona a fasi alterne a causa di questa “commercializzazione” che emerge con elementi solitamente estranei al cinema di Franco: battutine, personaggi sopra le righe, e siparietti trash coi componenti del gruppo, cose sinceramente evitabili. Sono proprio questi elementi sopra le righe estranei al mondo cinematografico di Jess Franco che fanno storcere il naso, si capisce che il regista è combattuto fra i vecchi elementi cari ai suoi film dei ’70 e ’80 e la voglia di avvicinare il pubblico dei ’90 snaturandosi e creando così un prodotto che stà nel mezzo e accontenta poco sia le nuove leve che (meno ancora) i vecchi aficionados. Alcune caratteristiche dei vecchi film rimangono: atmosfera notturna, una cromatura blu notte ottenuta presumibilmente con un filtro che è quasi onnipresente nella pellicola e dona a tratti un’aura sognante che aleggia misteriosa, un film non proprio riuscito nel quale Franco diventa probabilmente consapevole che il suo cinema ha fatto il suo tempo e che i gusti sono purtroppo cambiati, così il nostro inossidabile eroe sforna un film in bilico fra cose che non sono assolutamente nelle sue corde e vecchie atmosfere, un prodotto probabilmente solo per i completisti di Jess Franco.

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