REGIA: FABRICE DU WELZ
ATTORI: LOLA DUENAS, LAURENT LUCAS, HELENA NOGUERRA
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: THRILLER
ANNO: 2014
DISTRIBUZIONE ITALIANA: MIDNIGHT FACTORY
Fabrice du Welz è un regista belga molto interessante, un vero autore che sforna film mai banali e quando si dedica al genere thriller lo fa sempre con un’impronta estrema e personale, “Lonely…” è un film intriso di un lirismo estremo e romantico, dove sangue e amore si fondono e confondono nelle vicende di due amanti serial killer, pare che Welz si sia ispirato al film “Profundo carmesi” di Ripstein per mettere in piedi la sua opera. Il film di Ripstein infatti narra le gesta di una coppia di assassini (un’infermiera obesa e complessata e un bellimbusto psicopatico) che prende di mira persone sole e abbienti attirandoli tramite annunci per cuori solitari (il film a sua volta si ispira ad un fatto di cronaca i: “Killers della luna di miele“) in effetti le similitudini fra le due opere non mancano e l’impianto narrativo è abbastanza simile. Il titolo originale del film è l’enigmatico: “Alleluja” ed un film di riscatto in quanto il regista era reduce dall’insuccesso di “Colt 45” e voleva fortemente realizzare questo progetto in cantiere da diverso tempo e cercava due attori disposti a calarsi in questi due ruoli difficili, la scelta ricade su Lola Duenas (“Mare dentro”, “Volver”) e Laurent Lucas (“Calvaire”, “Una cruda verità”) c’è da dire infatti che se “Colt 45” è stato un passo falso con questo thriller il regista si riscatta ampiamente dando vita ad un’opera divisa in atti (come fosse una piece teatrale) violenta, visionaria e autoriale.
Gloria è una donna sola che lavora in un obitorio, ha pochi contatti sociali e abita con sua figlia piccola, Michel invece è un ex detenuto, un bellimbusto che approfitta delle donne per spillare denaro, i due cominciano una relazione malata e pericolosa che porterà Gloria a seguire Michel nelle sue “avventure” spacciandosi per sua sorella, ma presto gli equilibri si romperanno e la gelosia prenderà il sopravvento. “Lonely…” è un film in cui i personaggi sono ben caratterizzati, i monologhi allo specchio ed i rituali esoterici che compie ci fanno comprendere l’instabilità mentale del personaggio di Michel, un uomo viscido e malato che invoca gli spiriti vudù affinchè lo aiutino in queste sue truffe sentimentali. Michel non è solo un criminale, i frequenti dolori alla testa post rituali (e uccisioni) ci mostrano un uomo instabile e psicotico, la regia infatti indugia spesso in primi piani atti a catturare la psicologia dei personaggi, la falsità di Michel e la solitudine di Gloria. Welz fa talvolta uso di luci stranianti come la luce rossa che inonda la scena del primo amplesso fra i due, un rosso che fa da preludio alla follia che di li a poco investirà Gloria rendendola complice di un pericoloso criminale, una regia attenta ai dettagli, (le foto con i volti cancellati, “grattati” con le forbici sottolineano che anche Gloria non stia bene psicologicamente) a volte le sequenze terminano con inquadrature sfocate simbolo forse dell’oblio mentale dei due complici, una coppia di Bonnie e Clyde versione thriller. La fotografia di Manuel Dacosse è sporca e granulosa e ha un impianto retrò, questo fattore contribuisce a creare un’atmosfera sporca che ben si allinea con un erotismo talvolta laido associato alle sequenze in cui Michel si lavora le attempate e benestanti signore.
Il film di Welz è capace di cucire insieme diverse istanze: thriller, erotismo malato, romanticismo, sprazzi di splatter e momenti lievemente onirici, interessante anche l’uso delle luci, come il rosso nei momenti di focosa intimità e la luce bianca che illumina i volti in primo piano nel dialogo dopo il primo delitto compiuto da Gloria, una luce bianca e purificatrice che illumina la cucina col cadavere steso sul tavolo, una luce che accompagna il delirante dialogo in cui Gloria parla delle persone che vivono nell’oscurità infelice mentre lei che ha avuto la fortuna di incontrarlo vive nella gioia. Il personaggio di Gloria ha diverse sfaccettature: bambina gelosa (nella sequenza in camera quando batte manie piedi preda della gelosia) assassina, sognatrice (aspetto che emerge dai suoi monologhi) mentre Michel è un approfittatore psicopatico, mezzo stregone, una sorta di Casanova deviato, due personaggi differenti eppure paradossalmente simili. Il film riesce a raggiungere vette di visionarietà notevoli, una su tutte il folle ballo dal sapore pagano che i due mettono in scena completamente nudi, dove la scena viene poi velocizzata rendendola una sorta di folle ridda che sottolinea l’instabilità mentale dei due, un film consigliato ma non per tutti.