REGIA: JORDAN PEELE

ATTORI: WINSTON DUKE, LUPITA NYONG’O, ELISABETH MOSS

REPERIBILITÀ: ALTA

GENERE: HORROR D’AUTORE

ANNO: 2019

DISTRIBUZIONE ITALIANAUNIVERSAL PICTURES

Dopo l’ottima prova di “Get out” (uno dei migliori horror degli ultimi anni) c’era una grande attesa per questo “Noi”, nuovo lavoro di Jordan Peele, un film che varca i confini puramente horror per dirigersi verso territori piuttosto cerebrali pieni di citazioni e messaggi nascosti per tutta la sua durata. Jordan Peele è riuscito a confermasi valido autore? Si, però “Noi” non è affatto un film di facile comprensione per lo spettatore medio. La trama vede la famiglia di Adelaide, composta dal marito Wilson e i figli Zora e Jason, recarsi a Santa Cruz nella casa dove lei aveva trascorso la sua infanzia. Nella sua vita c’è un’unico ma significativo episodio anomalo, da piccola era sfuggita all’attenzione del padre e aveva avuto un’incontro ravvicinato con una sorta di suo “doppione” all’interno del labirinto degli specchi di un parco giochi.

Da quella esperienza la bambina sembra chiusa in un suo mondo fatto di un ostinato mutismo, passano molti anni e Adelaide decide di tornare nella casa dove ha trascorso l’infanzia, ma una sera si verifica un fatto assurdo: quattro estranei identici a loro fanno irruzione nella loro casa, questi esseri sembrano comportarsi come automi, brutte copie di loro stessi, quale sarà il mistero? Con accenni all’home invasion, enigmi che sanno di mystery, situazioni grottesche, il film si snoda attraverso una trama abbastanza complicata e di difficile lettura. Chi è il doppio? Ci stupirebbe scoprire che non è poi così diverso da noi?

C’è qualcosa di simbolico nella sequenza dentro al labirinto degli specchi, accenni alla perdita della nostra identità, la bambina vi entra quasi come una moderna alice nel paese dei doppioni, questi doppini sono alla fine dei segregati, forse ci sono ne film anche rimandi alla segregazione razziale smontata della sua componente razzista ed allargata ad ogni americano che si ritrova a fare i conti col suo doppio? Può essere, d’altronde “Us” non è un film che si presta con facilità a diverse interpretazioni. Emblematico il fatto che l’arma dei doppi sia la forbice, un oggetto fatto da due lame simili tenute insieme che arrivano a combaciare ma mantenendo la loro naturale diversità. Altro riferimento fiabesco e “scientifico” sono i conigli presenti all’inizio e nel finale, il coniglio come cavia (all’inizio sono in gabbia) ma anche come animale mansueto che si riscatta (nel finale sono liberi pur essendo in un sotterraneo). La regia è ottima e non mancano certo anche sequenze di violenza, se avete amato “Get out” non so come prenderete questo nuovo lavoro meno diretto e più labirintico (io preferivo “Get out” ma è solo una opinione personale) un film anomalo pieno di citazioni e chiavi di lettura.

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