I ZOMBI (cronicles of pain)

101927movie_poster798

 

REGIA: ANDREW PARKINSON

ATTORI: DEAN SEPLING, KATE THOROUGOOD, ELLEN SOFTLEY

REPERIBILITÀ: MEDIO BASSA SI TROVA IN DVD CON UN PO DI FATICA

GENERE: ZOMBI MOVIE ATIPICO

ANNO: 1998

DISTRIBUZIONE ITALIANA: MHE IDEAL ENTERTAIMENT

MOMENTI CLOU:  1) QUANDO MARK VIENE ASSALITO NELLA CASA ABBANDONATA 2) QUANDO MARK NARCOTIZZA LA SUA EX PER STARLE UN PO’ ACCANTO 3) LE SCENE IN CUI MARK SBRANA LE SUE VITTIME

 

Andrew Parkinson è un regista che ha all’attivo altri film (di genere horror anche questi) ovvero: “Little deaths” “Venus drowning” e “King Kelly“, con “I zombi” il regista dimostra di aver avuto un’idea molto originale uscendo dai soliti binari percorsi dagli zombi movie. Qui viene mostrato un punto di vista bizzarro ovvero la zombificazione vista come malattia degenerativa, quasi una metafora dell’aids, dove viene lasciato ampio spazio all’introspezione attraverso la voce fuori campo di Mark, (il protagonista) il quale ci racconta le terribili fasi della sua decomposizione, dalla prima infezione attraverso un morso al suo disfacimento fisico e mentale. Il film si apre con un primo piano di Sarah l’ex ragazza di Mark che parla con uno psicologo riguardo al dolore lasciato dalla misteriosa scomparsa del suo amato, un flashback ci fa vedere com’era la vita di Mark prima del fattaccio. Il giovane era un reporter sempre immerso nel suo lavoro finchè un giorno durante una serie di rilevamenti nei boschi si imbatte in una casa abbandonata e vi entra, qui trova un uomo (apparentemente morto) e una donna ridotta malissimo adagiata su un lurido materasso con la faccia recante terribili escoriazioni. Mark mosso da pietà decide di aiutarla portandola fuori in braccio, ma la donna una volta fuori azzanna Mark al collo fuggendo poi nel bosco lasciandolo stramazzare solo in mezzo ad un campo. Mark rimane svenuto per settimane e al suo risveglio si rende conto di non essere più lo stesso, si sente oppresso da una strana fame che trova il suo apice in vere e proprie crisi di astinenza che in ceri frangenti fanno assomigliare questo film ad un droga movie (con molti distinguo da fare) visto che le sue sembrano le classiche crisi da droga. Mark non volendo farsi vedere in quello stato dalla sua ragazza decide di affittare un appartamento dove stare da solo a riflettere sulla sua strana situazione, rendendosi ben presto conto di aver contratto una strana malattia che gli causa violente convulsioni, inizialmente il suo corpo reca come ferita evidente solo il segno del morso sul collo, ma col passare del tempo le cose peggioreranno. Spinto da una fame insopportabile e da crisi sempre più frequenti Mark decide di cominciare a uccidere per sfamarsi e qui comincia una parte  a mio parere interessante in cui viene mostrato come Mike viva con sofferenza questa sua condizione che lo obbliga ad uccidere, un aspetto mai trattato in un film di zombi dove i morti viventi venivano sempre mostrati come automi senza sentimenti spinti solo dal desiderio di carne umana che senza alcun rimorso sbranavano chiunque gli capitasse a tiro. La malattia è vista anche come fattore di esclusione sociale, infatti Mark diventa un reietto senza relazioni sociali che col progredire della malattia cela le sue orrende piaghe alla meno peggio, molto d’impatto la scena in cui si ripara con chiodi e trapano una gamba rotta, quindi sotto questo aspetto si cela anche un’ombra di denuncia nel film, la denuncia dell’esclusione sociale dei malati (altro aspetto totalmente inusuale per un film di zombi). Il ritmo del film non è certo al fulmicotone (e non deve esserlo visto il contesto) è un ritmo riflessivo ma non blando, lo splatter è presente (soprattutto nelle scene degli omicidi di Mark) ma non eccessivamente, in alcuni casi però avrei sentito il bisogno di vedere il caro Mark sbudellare come una bestia il malcapitato di turno, ma alla fine va bene così. Molto simbolica (quasi onirica)  e carica di significati la scena in cui Mark si trova da solo in un posto abbandonato e dall’alto si sorregge grazie ad alcuni cavi che escono dal cemento, la posa lo fa assomigliare a un martire, più precisamente ricorda da vicino le rappresentazioni dei supplizi di alcuni santi. Esilarante poi la scena in cui Mark si masturba con le foto della sua ex ed il suo pene si stacca restandogli in mano, una sequenza che aggiunge un tocco di ironia al film. Un film consigliato a chi ha voglia di sperimentare.

Leave a Comment

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca