REGOREGITATED SACRIFICE

REGIA: LUCIFER VALENTINE

ATTORI: A.BELLE, HONEY, THE BLACK ANGELS OF HELL

REPERIBILITÀ: BASSA

GENERE: WIERD-SPLATTER

ANNO:  2008

DISTRIBUZIONE ITALIANA: UNHEARTED FILMS

 Il regista/scrittore americano Lucifer Valentine è noto per i suoi film underground molto estremi in cui compaiono sempre vomito (vero) sangue, scene di violenza e satanismo, un personaggio al limite, bizzarro, provocatorio che sforna prodotti di nicchia (per un pubblico di pazzi…) assolutamente non commerciali. Tutti i suoi film (eccetto “Black metal veins“) sfoggiano delle inquietanti cover dalla grafica fanciullesca, terrificanti disegni infantili color pastello volutamente scialbi e dalla grafica approssimativa. Questo “Regoregitated…” sfoggia una cover criptica (come il delirante titolo del resto) che mostra il solito disegno infantile che in questo caso ha come oggetto un inquietante piovra, il film in questione fa parte di un ciclo, una delirante trilogia la : “Vomit gore trilogy” che già dal titolo mette bene in chiaro quali sono le carte in tavola.

Il regista mette subito le mani avanti con una didascalia che avverte del contenuto “pesante” del suo film: scene violente (il cui apice probabilmente si raggiunge nella scena dove una tipa viene legata ad una sedia e dopo varie e le viene inserito un ragno nella vagina poi chiusa con ago e filo) e contenuti sessuali espliciti. Questo “Regore…” è un film praticamente senza trama che mostra le perversioni di una prostituta Ameara Lavey (il richiamo ad uno dei fondatori del satanismo moderno è esplicito) che nel monologo iniziale dichiara in primo piano  di amare un tale che la tortura e la violenta, di provare piacere durante questi incontri violenti. La regia è molto grezza e approssimativa, dopo il monologo iniziale il film diventa un calderone (primi piani sfocati, riprese traballanti…) di situazioni in cui due ragazze sorelle siamesi semi nude vengono divise con un coltello, lo splatter quindi si fa subito vivo con bella mostra di cervelli sanguinolenti e teste aperte, effetto grezzo ma abbastanza realistico. Non mancano anche momenti totalmente weird come il tizio che si mette un polipo in testa e vomita nel cranio scoperchiato di una giovane, una scena disturbante ma al tempo stesso esilarante, un delirio assurdo. Subito dopo lo splatter la grezzissima regia ci introduce ad una scena saffica con tre donne che lesbicano fra loro di cui una incinta, c’è un chiaro intento di mostrare un erotismo malato e un po’ fetish con questi stivali e scarpe in pelle indossati dalle “attrici” tutte rigorosamente amatoriali. Inutile soffermarsi sul cast, sul livello degli attori, Lucifer Valentine fa tutto rigorosamente alla sua maniera (con effetti artigianali a volte efficaci come la testa scalpata della ragazza) ovvero  in maniera truce e semi amatoriale, non si può neppure parla di una trama, piuttosto di una serie di situazioni borderline atte a scioccare il più possibile.

L’erotismo si fa viva via sempre più spinto fra striptease improvvisati, le solite scene lesbo sopracitate, fino a scadere in sequenze disgustose di vomito, tuttavia in molte occasioni l’aspetto fetish prevale su quello puramente horror e dopo un quarto d’ora si sente già l’esigenza di andare oltre. Probabilmente il titolo è un riferimento ad una sequenza centrale del film dove una ragazza nuda dice che vuole sacrificarsi a satana e dopo altri sproloqui quando completamente nuda e pronuncia questo patto viene poi forzata a vomitare sull’obbiettivo (alla maniera dei film di Marco Malattia) una cosa disgustosa fatta anche per provocare il povero spettatore. “Regore…” sembra un carosello continuo di perversioni (la scena in cui a tratti gore, spesso fetish ma senza alcuna soluzione di continuità, un collage ributtante di sesso, gore, e satanismo. Arrivare in fondo è davvero dura non solo per le aberrazioni a cui assistiamo, al vomito sparato tipo idrante sui corpi nudi ma anche per la mancanza totale di una trama, della regia scialba, dei performer che non sono attori, resta alla fine un collage di perversioni che interessa solo al regista e  pochi altri.

 

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