REGIA: ALEXANDRE AJA
ATTORI: Kiefer Sutherland, Paula Patton, Amy Smart, Mary Beth Peil
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: HORROR
ANNO: 2008
DISTRIBUZIONE ITALIANA: 20 TH CENTURY FOX
Alexandre Aja è un buon regista capace di sfornare prodotti di face presa su una larga fetta di pubblico, il suo ultimo “Crawl” è un b- movie molto divertente ed è esempio lampante di questo concetto.”Riflessi di paura” (“Mirrors“) è un gradevole film fruibile un po’ da ogni fascia di età, (non mi stupisce che in tv lo trasmettano anche in prima serata) ma questo non significa che il film sia uno di quegli horror pallosi dove non succede mai niente e non c’è una goccia di sangue, infatti sebbene lo splatter sia abbastanza contenuto ci sono delle sequenza che sono un bel pugno nello stomaco come la donna morta in vasca con la bocca dilaniata in una espressione grottesca con la mascella a brandelli oppure la scena d’apertura in cui il custode si taglia la gola, scene sicuramente d’impatto.
La sceneggiatura ruota attorno ad un edificio ormai semi abbandonato dove gli specchi sono un portale che collega i vivi con oscure presenze che costringono chi guarda nello specchio a fare la loro volontà, questo luogo cela un vecchio segreto legato ad un vecchio ospedale e alle tremende cure sperimentali contro la schizofrenia. Aja non è nuovo al genere horror: “Le colline hanno gli occhi” “Piranha 3D” e sa bene come muoversi in questo ambito, il film parte bene con titoli di testa “caleidoscopici” che fanno un certo effetto, attore di punta del cast è il protagonista Kiefer Sutherland (il suo personaggio del teppista vampiro di “Ragazzi Perduti” resterà nella storia dell’horror) un grande attore che non credo abbia bisogno di presentazioni (figlio del grande Donald S.) ad affiancarlo troviamo poi Paula Patton nel ruolo di una moglie preoccupata (“Dejà vu“, “Precious“).
Il personaggio di Sutherland è ben confezionato, un uomo solo in cerca di riscatto, in bilico fra rifugiarsi nel bere o riavere la sua famiglia, peccato che il resto dei personaggi non abbia il suo spessore e siano un po’ banali, l’idea degli specchi come tramite verso altri mondi non è nuova ma qui viene agganciata a tematiche come la malattia mentale in un mix atipico. Il luogo infestato dove il nostro ex sbirro dovrà lavorare è una bella scenografia desolante composta di vecchi manichini, mura malmesse e specchi dove appaiono strane impronte di mani che cercano di uscire, niente male dunque la scenografia c’è tutta, i jumpscare non sono molti, si cerca di solito di puntare più sull’atmosfera, il finale è molto originale ed inaspettato, c’è anche un seguito di cui forse non si sentiva l’esigenza, alcuni forse lo troveranno un po’ insipido, certamente non il miglior lavoro di Aja ma un film che diverte senza impegnare.