REGIA: UMBERTO LENZI

ATTORI: IVAN RASSIMOV, ROBERT HOFFMANN, SUZY KENDALL

REPERIBILITÀ: MEDIO ALTA

GENERE: THRILLER

ANNO: 1974

DISTRIBUZIONE ITALIANA: CECCHI GORI

Spasmo” è un thriller di Umberto Lenzi del 1974, realizzato con pochi mezzi ma con una sicura padronanza delle proprie capacità, Lenzi ci regala questa gradevole sorpresa a basso budget avvalendosi di un discreto cast: l’austriaco Robert Hoffman è protagonista di questa vicenda incentrata sulla follia, un attore molto dotato adattissimo alla parte, ad affiancarlo troviamo Suzy Kendall volto noto agli appassionati di cinema di genere italiano: “L’uccello dalle piume di cristallo” (D. Argento”) e “I corpi presentano tracce di violenza carnale” del mitico Sergio Martino, una filmografia non lunghissima ma di qualità, qui interpreta la parte di una sensuale donna dalla doppia faccia, non manca una scenetta sexy in cui si fa ammirare.

Poi è la volta di Ivan Rassimov attore molto espressivo e di spessore, interprete anche di diversi fotoromanzi ma soprattutto lo vediamo nel colossal: “La bibbia” e per gli appassionati di genere in: “Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ho la chiave” (Sergio Martino) qui alle prese con un altro folle personaggio tutto da scoprire. La trama è un po’ ingarbugliata  e con discreti colpi di scena nella migliore tradizione del giallo all’italiana, la follia è il perno su cui la storia si costruisce, Christian è azionista di maggioranza dell’azienda del fratello Fritz una sera dopo il macabro rinvenimento di un manichino pugnalato in una pineta trova Barbara una misteriosa donna di cui si innamora la quale però sparisce e si fa ritrovare sullo yacht del ricco Alex. Un sicario intanto tenta di uccidere Christian il quale reagisce credendo di averlo definitivamente ucciso ma il cadavere del sicario scompare misteriosamente. Intanto i due (Christian e Barbara) si recano ad una rocca in cui incontrano due personaggi strani, a Christian i due non sono nuovi, cosa c’è dietro tutto questo?

Come dicevo il film di Lenzi riesce a mettere in piedi una discreta suspance (che ricorda certi film di A. Hitchcock ) utilizzando inquietanti feticci sostanziati nei manichini seviziati, oggetti “usati” barbaramente ed abbandonati molto inquietanti, e soprattutto “Spasmo” ha dalla sua parte le splendide musiche di Morricone, un elegante lounge anni’70, genere molto usato all’epoca per questo tipo di prodotti. A Lenzi piace indugiare sui particolari: le mani del killer che maneggiano pistola e proiettili, piani ravvicinati dei macabri manichini, gli animali impagliati ed il “gingillo metallico” che caratterizza il personaggio del sicario. Ci sono frequenti primi piani dei volti dei personaggi, pochissimi effetti speciali (quasi nessuno) ma una grande caratterizzazione dei personaggi, un film basato interamente sulla suspance, l’intreccio ricco di colpi di scena e la recitazione degli attori, tutti ottimi. Questo film è una lezione per i registi di oggi, non importa avere un budget grande per fare un buon film, Lenzi con pochi mezzi è riuscito dove altri hanno fallito malamente. 

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