SPECCHI INFRANTI BY R. RICCI CAP 3-4

Capitolo 3

 

Il giovane attore andò incontro a Lorenzo. “Ottimo Giacomo… sei stato bravissimo!” “Grazie… ero davvero preoccupato per questa scena… ci tenevo che venisse bene.” “Ah, se è per questo, io ci tenevo più di te… l’avrei fatta ripetere all’infinito, fino a che non fossi stato soddisfatto”.  “Invece per fortuna è andata bene al primo ciak.” ” Non è fortuna in questo caso, ma il fatto che sei davvero un bravo attore”, sorrise il regista appoggiandogli una mano sulla spalla. “Adesso vai a riposarti finché prepariamo il nuovo set.” Lorenzo guardò il giovane attore allontanarsi. Aveva fortemente voluto Giacomo Zamboli per il suo film. Primo perché era davvero bravo, secondo perché era l’attore del momento. Bellissimo e reduce da un film di successo e da una fiction televisiva seguitissima, avrebbe portato molta gente al cinema, specialmente quella fetta di pubblico femminile, che altrimenti non sarebbe mai andata a vedere un suo film. Mentre stava controllando un cavo, su cui era stata attaccata la cinepresa per una particolare ripresa, lo raggiunse Saverio Setti il suo giovane assistente, che in quanto a bellezza non era certo secondo a Giacomo, e avrebbe potuto anche ambire a una carriera d’attore. Sostituiva quello che Lorenzo aveva avuto nei primi due film, e che a causa d’impegni già presi, aveva dovuto dargli forfait. Consigliatogli da un collega, il giovane si era rivelato davvero in gamba e professionale, nonostante fosse solo la sua seconda esperienza diretta su un set. “Dimmi Saverio?” “Sono arrivati i coltelli Lorenzo… vuoi vederli subito?” “No adesso non posso… lo farò domattina prima delle riprese… piuttosto, è arrivato Fernando?” “Non credo… vuoi che vada a vedere?” “Si per favore… e mandamelo subito qui.” L’assistente si allontanò, per tornare subito dopo insieme alla fedele segretaria di edizione, accanto a Lorenzo dal suo debutto. “Non c’è”, dissero quasi in coro. “Come non c’è?” “Siete sicuri?” “Si Lorenzo… di Fernando nessuna traccia. Ho anche telefonato sia al fisso di casa, sia sul cellulare… non risponde.” “Maledizione!”, imprecò il regista. “Quel fottuto ubriacone continua a creare problemi… accidenti a quando l’ho scritturato!” “Senti, se vuoi chiamo subito Stefano per dirgli di questa nuova mancanza dal set… magari provo a chiamare Simona per vedere se è disponibile… casomai giri con lei.” A quelle parole della segretaria, Lorenzo quasi impallidì. “Calma Teresa… non correre. Lo sai che apprezzo molto la tua sapiente organizzazione, ma per oggi finiamo con la scena sei, quella con Giacomo che fuma alla finestra, poi alcune riprese interne e stop.” “Scusami Lorenzo… lo so che a volte parto in quarta.” “Non devi scusarti, sei una segretaria straordinaria e senza di te sarei perso. Quello che hai pensato poteva anche andare bene, ma girare con Simona senza una preparazione psicologica, temo sia impossibile.” A quella battuta i due ragazzi risero. “Comunque per quello che riguarda Stefano, chiamalo subito. Lui è il produttore e voglio che sappia una volta per tutte, che ho intenzione di cacciare Fernando Rozzi dal set. Non è la prima volta che mi crea problemi. In ogni caso ho già provveduto a tagliargli diverse scene.” “Non credo la prenderà molto bene Lorenzo… e poi sai che razza di tipo è Fernando… meglio stare attenti.” “Quando sarà il momento lo affronterò Teresa… non mi fa certo paura. La colpa è solo sua, se sono arrivato a questo punto… e anche mia, che l’ho scritturato pur sapendo che tipo fosse. Adesso vai a telefonare a Stefano. Meglio avvisarlo subito.” La donna si allontanò, seguita da Saverio. Nel frattempo ai tre si era aggiunto Giacomo, che aveva ascoltato l’ultima parte del dialogo. “Scusa Lorenzo, posso chiederti una cosa?” “Certamente. Dimmi?” “Perché hai preso Simona Micheletti a lavorare nel film? Tu sei conosciuto per l’estrema cura dei tuoi lavori… specie nella recitazione. Hai sempre preso attori di un certo livello… escluso me ovviamente.” “Tu sei un bravissimo attore Giacomo… e lo sai.” “Ti ringrazio, ma ancora sui giornali non la pensano così… ogni volta parlano sempre della mia bellezza, sempre e solo di quella.” “Non puoi farci niente Giacomo e lo sai, quella per ora spicca su tutto, ma tu continua a lavorare con serietà e bravura…vedrai che le cose cambieranno.” “Speriamo… tu comunque non hai ancora risposto alla mia domanda riguardo Simona.” “Vedi Giacomo, nel film è prevista una scena in cui c’è un’attrice che esce dalla doccia, per poi correre nuda e terrorizzata lungo un corridoio pieno di specchi, fino a morire accoltellata in un tripudio di sangue. Sulla recitazione di Simona nutro non poche preoccupazioni, ma in quanto a bellezza penso non abbia al momento rivali… forse è la perfezione assoluta.” “Su questo hai perfettamente ragione Lorenzo… poi magari ti farà anche la sorpresa di essere una discreta attrice.” “Su questo ho forti dubbi… ma grazie per l’incoraggiamento… comunque cercherò di ottenere il meglio dalle sue capacità recitative.” In realtà Lorenzo voleva il meglio del suo corpo, ma questo era il caso di tenerlo per se. Non era sua abitudine mescolare il sesso con il lavoro. Gli erano capitate diverse occasioni anche sui set precedenti, con attrici o con attori, questo per lui non faceva differenza, ma non aveva mai approfittato della cosa. Con Simona Micheletti però era tutta un’altra cosa. Quella donna gli faceva ribollire il sangue. La desiderava da impazzire.

 

                                      Capitolo 4

 

Girate le scene di raccordo, servite a tamponare l’assenza di Fernando Rozzi, la giornata di lavoro giunse al termine. Salutati tutti, Lorenzo uscì dagli studi e salito in auto, si avviò verso casa. Come i film precedenti, anche questo lo girava nella sua città, che oltre ad essere bellissima, aveva degli studi cinematografici all’avanguardia. Per lui era troppo importante tornare la sera a casa propria. Arrivato, entrò nel garage e dalla porta interna, salì le scale fino al suo appartamento. Non prendeva mai l’ascensore nonostante abitasse al quarto e ultimo piano di quell’elegante condominio situato in un quartiere residenziale, poiché fare le scale, era per lui un’ottima ginnastica quotidiana e anche l’unica. Alcune volte andava in una piscina poco lontano, o faceva alcuni esercizi casalinghi di stretching per la schiena,   ma nulla di più. L’interno dell’appartamento era perfettamente pulito e ordinato. Sugli scaffali, i dvd, i cd e i libri, erano perfettamente allineati e divisi per genere, così come le cartelle dei documenti, i cibi nella dispensa, la biancheria nei cassetti e i vestiti negli armadi. Una perfezione quasi maniacale. Lorenzo se ne rendeva conto, ma lui era così e il fatto di vivere da solo, oltre al trascorrere degli anni, avevano accentuato il tutto. Rosa, una signora peruviana di fiducia, puliva e stirava due volte alla settimana, e spesso preparava del cibo che Lorenzo congelava. Aprì un contenitore con della carne arrosto. Accese il forno e lo inserì per riscaldarlo. Nell’attesa si mise in pigiama. In casa, amava stare nella massima comodità. Tornato in cucina, si sedette a tavola per gustarsi quella carne dal profumo invitante. Si era appena versato un bicchiere di vino rosso, che il telefono prese a squillare. Era un classico e d’altronde, sapeva che non sarebbe stata l’unica telefonata della serata. “Si pronto?”, domandò sollevato il ricevitore. “Ciao Lorenzo sono Viola.” “Ciao Viola… dimmi?” “Ti disturbo?” “No tranquilla… dimmi pure…” Volevo sapere se per domani è confermata la mia scena con quella?” “Con Simona intendi?” “Certo… chi altri se no?” “Allora chiamala per nome.” “Lorenzo, io non sono ipocrita! Sai benissimo… e te l’ho anche detto, che se avessi saputo di dover girare con una pornostar, non avrei mai firmato il contratto.” Lorenzo iniziò a innervosirsi. “Non essere cattiva Viola… Simona non è una pornostar.” “Ah no? Ha fatto un solo film dove ha mostrato quasi tutto e quel quasi rimasto nascosto, lo ha fatto vedere in un calendario, con il quale ci si saranno masturbati decine di uomini!” A Lorenzo venne da ridere, ma si trattenne. “Dai Viola, nel reality andato in onda l’estate scorsa è rimasta vestita.” “Spiritoso… comunque sono arrabbiata e molto. Se non ho rescisso il contratto, è solo perché non ho i soldi per poterlo fare… il produttore è un vero avvoltoio e tu lo sai, visto che lo conosci bene.” Lorenzo rimase in silenzio. Come dargli torto. Stefano Mongioi era attaccatissimo ai soldi. Lui però gli voleva bene e se era arrivato al successo, lo doveva a lui, che aveva creduto nelle sue capacità. “Ascolta Viola, ti assicuro che farò della vostra scena insieme, un capolavoro. Adesso però vai a dormire, altrimenti domani nonostante il trucco, ti si vedranno le occhiaie nei primi piani che ti farò.” L’attrice rise. “Sui primi piani non ho dubbi… ma al fondoschiena di Simona, non certo al mio viso!” “Sei terribile… buonanotte Viola.” Chiusa, la comunicazione tornò in cucina e riuscì a mangiare tranquillo. Al termine della cena, si sedette sulla poltrona del salotto e si versò del whisky. Accese la televisione per ascoltare il notiziario, quando il telefono squillò di nuovo. Sbuffando andò a rispondere. “Si pronto?”, ma non ricevette risposta. “Pronto chi parla?”, chiese nuovamente. Udì un respiro. Poi un dialogo che si capiva essere registrato e che conosceva bene. Era tratto dal suo secondo film, e parlava di un delitto che si sarebbe presto compiuto. Una breve pausa con ancora il sottofondo di quell’inquietante respiro, poi un grido di donna tratto anch’esso dal film. La comunicazione si chiuse. Cosa diavolo significava? Probabilmente qualcuno, che avuto il suo numero, non aveva trovato niente di meglio da fare, che fargli uno scherzo di cattivo gusto. D’altronde essere considerato un maestro del brivido, poteva facilmente attirare qualche fan squilibrato ed esaltato. Terminò il suo whisky e cercò di concentrarsi sul notiziario, ma quella telefonata lo aveva turbato. E non poco. Compose il numero di Corrado. Il suo amico, con il carattere allegro e dissacratore che si trovava, l’avrebbe aiutato ad alleggerire l’atmosfera e a riderci sopra.

Non era in casa. Decise di non disturbarlo al cellulare. Per un momento pensò di telefonare a Gianni, o a sua cugina Anna, ma loro non erano come Corrado che avrebbe sdrammatizzato la cosa, si sarebbero invece preoccupati quanto e più di lui. Non era davvero il caso. Spense la televisione e andò a letto. Il giorno dopo avrebbe dovuto girare la scena con Viola e Sabrina. Doveva essere riposato. E molto.

 

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