Capitolo 11
Il giorno dopo Lorenzo si trovava già sul set, quando ricevette la chiamata del commissario Baldoni. La notizia dell’uccisione della sua amica lo sconvolse, ma non quanto l’idea che un folle maniaco avesse preso di mira le persone che ruotavano intorno a lui. Ipotesi che purtroppo il commissario gli confermò poco dopo, quando questi si trovò a faccia a faccia con il regista nel suo ufficio. Lorenzo nonostante ci pensasse insistentemente, non riusciva proprio a trovare qualcuno che potesse avercela così tanto con lui. Sapeva di non avere nemici e tantomeno scheletri nascosti nell’armadio. Conduceva una vita tranquilla, e in cuor suo la certezza di non aver mai fatto del male a nessuno… volutamente perlomeno. Forse un fan malato e morbosamente legato alla sua figura. Oppure, qualcuno che odiava i suoi film e vedeva in lui un istigatore di malvagi sentimenti… tutto era possibile. Perché allora non ucciderlo direttamente? C’era qualcos’altro. Sicuramente. Simona e Ilaria non si conoscevano neppure fra loro. Oltretutto tra le sue amicizie non erano certo le più importanti… e la povera attrice, neppure la poteva considerare un’amica. Ebbe un brivido al pensiero che quel maniaco potesse fare qualcosa ad Anna, Gianni o Corrado, le persone che amava di più al mondo. Dopo aver tentato inutilmente di trovare un collegamento fra i due omicidi, e rassicurato Baldoni riguardo alla sua massima collaborazione alle indagini, lo salutò e uscì dal commissariato.
Capitolo 12
Marco si trovava seduto davanti al mixer, riascoltando le ultime musiche scritte per il film di Lorenzo, quando dall’altra parte del vetro un tecnico gli fece segno che lo volevano al telefono. Scocciato, spinse il tasto della pausa e uscì dalla sala di registrazione. “Chi è”, domandò all’uomo che lo aveva chiamato. “Non lo so… non mi ha detto il nome… non ho neppure capito se uomo o donna.” Raggiunse il telefono e portò il ricevitore all’orecchio. Una voce palesemente contraffatta, gli consigliò di abbandonare il set del film di Torri, o sarebbe stato peggio per lui. Quando il musicista cercò di far fronte alle sue minacce, l’altro chiuse la comunicazione. Marco rimase alcuni istanti con il telefono in mano senza sapere che fare, poi compose il numero di Lorenzo. Qualche ora dopo, stavano entrambi nell’ufficio del commissario. Mentre il musicista rispondeva alle sue domande, il regista passeggiava nervosamente su e giù per la stanza. “Senta Torri, mi faccia un favore… si metta seduto. M’innervosisce con questo continuo camminare.” Il regista si scusò, poi disse anche di non prendere per certa quella telefonata. Sapevano benissimo che in giro c’erano parecchi mitomani. Oltretutto bisognava capire se quel folle, ce l’avesse con lui o con il film. Dalle sue parole sembrava essere il film, il motivo di quei delitti, ma allora perché uccidere Ilaria che non centrava nulla con esso? O si trattava di un mitomane, o quella telefonata serviva solo a confondere le acque. Baldoni comunque, era sempre più convinto che non fosse il film, la motivazione che spingeva quel maniaco a uccidere, ma qualcosa legato alla vita di Torri. Doveva sforzarsi di pensare… ricordare, nonostante l’apparente limpidezza del suo vissuto. Passato e presente. Poco dopo il regista e il musicista uscirono in strada. Dopo averlo salutato, Lorenzo guardò Marco allontanarsi. E se non avesse ricevuto veramente quella telefonata? Magari ha voluto solo crearsi un alibi? Alcune volte gli era sembrato particolarmente caustico nei suoi confronti. Come se provasse una certa invidia… poi si riscosse da quegli stupidi pensieri. Conosceva Marco sin da quando avevano lavorato insieme al suo primo film. Perché avrebbe dovuto avercela con lui? Pur non avendo ancora riscosso il successo meritato, era un musicista che grazie a lui, si era fatto un nome nell’ambiente. No… erano solo idiozie quelle che gli erano passate per la mente.