Capitolo 24
A sorpresa Lorenzo, decise di reagire a quell’immenso dolore, e con un giorno d’anticipo, chiamò ì componenti della troupe per avvisarli che si ricominciava a girare. Quando telefonò a Saverio, questi stava nudo sul letto accanto a Mara, la sua ragazza, intenta a praticargli una fellatio. Mise giù il ricevitore, mentre lei sollevando la testa lo guardò. “Come sta?” “La vita continua mia cara… the show must go on…”, rispose lui con tono sarcastico. “Non mi piace questo tuo atteggiamento Saverio… non provi un minimo d’affetto per quell’uomo?” “Cosa vuoi che mi freghi di lui. Sua cugina neppure la conoscevo. Per me è solo un regista di filmetti di serie b, che al momento mi fa comodo per farmi le ossa nell’ambiente… anzi, sai che si vocifera che sia gay? Quasi quasi dovrei provarci… magari riesco a farmi produrre un film tutto mio!” “Capisco la tua ambizione Saverio… il fatto che vuoi farti strada nel cinema… ma non così… non con questo cinismo.” “Smettila Mara… sono stanco di questo discorso… vieni qua… riprendiamo da dove eravamo rimasti”, disse accarezzandosi con fare lascivo il pene ancora in erezione. Lei voltò lo sguardo. “Sei volgare!” “Mi risulta ti sia sempre piaciuto.” “Che ti succede? Non sei mai stato così… non come oggi almeno.” Si alzò dal letto, e raccolti i suoi indumenti iniziò a vestirsi. Saverio furioso le inveì contro. “Sei una cretina… litigare per quella nullità di Torri! Cos’è, ti piace quel regista del cazzo? Vorresti ci fosse lui tutto nudo al mio posto?” Mentre gridava, scese dal letto e prese una sigaretta dalla tasca dei pantaloni sopra la sedia. “Ti chiamo un taxi… non ho certo voglia di accompagnarti!” “Lascia stare Saverio… mi arrangio da sola… e comunque si, quel regista mi piace. Non certo nel senso volgare che intendi tu… mi piace come persona. Sembra un uomo molto sensibile, e oltretutto ti ha preso a benvolere… non merita di essere trattato con questo cinismo cattivo.” “Vai all’inferno brutta stronza!” La ragazza uscì dalla stanza, prima di scoppiare a piangere. Non voleva farlo davanti a lui. Fino all’ultimo aveva sperato che Saverio la abbracciasse chiedendole scusa per quel comportamento sgradevole. Dov’èra finito il ragazzo dolce che aveva conosciuto e di cui si era innamorata? Ora le sorgeva il dubbio che probabilmente non fosse mai esistito. Lui nel frattempo, ancora disteso sul letto, aveva preso il cellulare e composto un numero. “Ciao bellissima. Sono a casa solo e triste… ti va di raggiungermi? Dai non farmi tante paranoie… sono qui, nudo e pronto per te… non fare tanto la pudica, so quanto ti piace. Brava adesso ragioniamo… ti aspetto… fai presto.” Dall’altra parte c’era Viola Tenenti. L’attrice si era innamorata del giovane aiuto regista. Sapeva del suo legame con Mara, ma Saverio le aveva assicurato che la loro storia, si trovava ormai al capolinea. Anche lei però nutriva qualche dubbio nei suoi riguardi. Quel ragazzo alternava momenti di estrema dolcezza, a comportamenti arroganti ed egoisti. Per il momento comunque, le andava bene anche il ruolo di amante. Sessualmente l’aveva coinvolta tantissimo, ma lo voleva conoscere meglio, e il fatto che ancora lui tenesse il piede in due staffe, le faceva gioco per non impegnarsi troppo. Uscì in fretta di casa. Aveva una gran voglia di perdersi fra le sue braccia. Mara intanto, salita su un taxi che aveva chiamato dal suo cellulare, stava tornando a casa. Non riusciva a smettere di piangere, ma vedendo dallo specchietto lo sguardo interdetto dell’autista, dovette darsi un contegno.
Capitolo 25
Il mattino dopo, quando Lorenzo giunse sul set, Saverio gli andò incontro comunicandogli subito delle riprese fatte di sua iniziativa. “Certo che non sono offeso… come potevi solo pensarlo… vieni, andiamo subito a visionarle, così ti dirò se bisogna modificare qualcosa.” I due si sedettero davanti al monitor, mentre intorno i tecnici allestivano il set. Lorenzo le osservò attentamente in rigoroso silenzio. L’altro lo guardava non nascondendo un certo nervosismo. Quando le scene finirono di scorrere, il regista schiacciò il tasto dello stop. “Allora?”, chiese Saverio. “Beh… a parte qualche lungaggine di troppo, che sarà sufficiente tagliare al montaggio, direi che hai fatto un bel lavoro. Bravo… e grazie”. “No Lorenzo, sono io che ringrazio te per la grande opportunità che mi stai offrendo”, disse il giovane sfoderando il più luminoso dei sorrisi.
“Magari… se un giorno ti venisse voglia di produrre qualcosa… potresti prendermi in considerazione. Che ne pensi?” “Perché no Saverio? Anzi, a dire il vero è una cosa a cui pensavo da qualche tempo… ci sarebbe anche un soggetto che mi gira per la testa”. “Allora potresti farmelo leggere… magari una di queste sere a casa tua… o da me se preferisci”. Il ragazzo gli appoggiò eloquentemente una mano sulla coscia. Lorenzo, poco piacevolmente sorpreso dalla cosa e soprattutto dal fatto che fosse notata da qualcuno, la spostò con garbo. “Con calma Saverio… è tutto alquanto prematuro ancora. Non c’è alcun soggetto da leggere… è solo una storia in mente che dovrà essere sviluppata. Oltretutto, bisognerà vedere i risultati di questo film. Se risultasse un flop al botteghino, vedo dura realizzare da subito un nuovo progetto”, poi alzandosi e sorridendo, lo incito a cominciare il lavoro. Il giovane si alzò sorridendo altrettanto, ma dentro di se era furioso. Aveva fatto la mossa sbagliata. Probabilmente le voci su una sua presunta ambiguità, erano fasulle. Altrimenti come poteva rifiutare una sua avance? L’idea che Lorenzo fosse una persona seria, e che mai si sarebbe approfittato della sua posizione per un tornaconto personale, non gli passava neanche per la testa, accecato dalla sua ambizione senza scrupoli. Quando tutto fu pronto, le riprese ebbero inizio. La scena vedeva Viola a colloquio con un anziano magistrato. Non ci fu bisogno di ripeterla. Risultò buona la prima. D’altronde, lei era davvero una brava attrice, e l’attore che Lorenzo aveva scelto per quel piccolo ruolo, era un anziano caratterista con anni di cinema alle spalle. Calogero Orlandi, aveva lavorato con i più grandi registi Italiani. Da alcuni anni avevano smesso di chiamarlo. L’invito di Lorenzo Torri lo aveva reso felice. Quanta voglia di respirare ancora una volta l’odore del set. Terminata la ripresa, Lorenzo lo raggiunse complimentandosi con lui, subito seguito da tutta la troupe con Orietta in prima linea. Per la donna, Calogero era anche un caro amico, oltre che un attore con il quale aveva tante volte lavorato. La giornata proseguì intensa e proficua. Prima di lasciare il set, Lorenzo preso da una necessita fisiologica che non poteva trattenere sino a casa, si diresse verso i bagni. Detestava andare in quelli pubblici, meticoloso e schizzinoso com’èra, ma quando serviva, si faceva forza e andava. Stava per entrare, quando udì due voci che riconobbe subito. Erano quelle di Viola e Saverio. “Ti ho visto prima… non puoi negarlo… lo accarezzavi sulla gamba.” “Assolutamente no Viola. Ti ripeto che è stato lui a provarci con me. Mi ha proposto un film da girare insieme… e contemporaneamente è partita la sua avance. Cosa dovevo fare? Una scenata? Lì? Davanti a tutti? Gli ho sorriso… l’ho lasciato un po’ toccare… poi ho spostato la mano”. “Smettila! Mi fai schifo Saverio! Non sono cieca e ho visto benissimo… e anche se non avessi visto la scena con i miei occhi, non ti avrei mai creduto. Non conosco così bene Lorenzo, ma sono certa che mai e poi mai, si comporterebbe così. Lo ritengo un uomo di grandi valori morali… ed io difficilmente sbaglio. Valori che tu non hai Saverio… anzi più ti conosco e più mi fai schifo. Ti lascio a Mara… ma spero che anche quella ragazza apra gli occhi nei tuoi confronti”. “Ascoltami non è…”, “Basta Saverio! La nostra storia finisce qui. Ci siamo fatti delle belle scopate… stop. Fine. Non ne voglio più sapere di te e dei tuoi sporchi traffici”. Detto ciò, la donna si allontanò. Lorenzo si nascose per non farsi vedere. Saverio imprecando si accese una sigaretta. A voce alta, disse che sarebbe comunque riuscito a girare quel film. In un modo o nell’altro avrebbe convinto Lorenzo…”Se non l’avessero ammazzato prima”, aggiunse sorridendo con sarcasmo. Il regista pensò con amarezza, che quel ragazzo era talmente bello fuori, quanto orribile dentro.