REGIA: BRYAN BERTINO
ATTORI: LIV TYLER, SCOTT SPEEDMAN, GLENN HOWERTON
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: THRILLER
ANNO: 2008
DISTRIBUZIONE ITALIANA: UNIVERSAL PICTURES
“The strangers” è un thriller appartenente al sottogenere home invasion di Bryan Bertino, (“Mockingbird”, “The monster”, “The dark and the wicked”) regista e produttore americano che con questo buon esordio nel mondo del cinema saprà costruirsi una certa fama partendo proprio da questo thriller claustrofobico che trae spunto da alcuni fatti di cronaca realmente accaduti a Kaddie (California) e dagli efferati omicidi della folle “Manson family” (anche se personalmente non vedo molte analogie con quest’ultima.) Il cast è ottimo, Kristen (la protagonista) è interpretata dalla famosa Liv Tyler che non ha bisogno di presentazioni, il suo è il personaggio di una ragazza comune con i suoi pregi e le sue fragilità emotive, poi troviamo James il suo fidanzato interpretato da Scott Speedman attore molto famoso che ricordiamo nei blockbusteroni: “Underworld”, “Underworld evolution” , “Underworld -il risveglio” e “xxx2 next level”e lavorerà sempre per Bertino in un altro suo horror: “The monster”.
Il personaggio interpretato da Speedman è quello dell’uomo ferito nell’orgoglio, la cui fidanzata tentenna nell’accettare la proposta di matrimonio, gli elementi base di questo thriller sono costituiti da un numero limitato di personaggi e da un posto al chiuso costituito dalla casa dove il ragazzo ha trascorso l’infanzia, poi ci sono gli assalitori mascherati che sono figure quasi archetipiche che incarnano le minacce che possono in ogni momento invadere la nostra casa ovvero il luogo dove ci sentiamo più al sicuro. La sceneggiatura è molto semplice ed è forse l’elemento più debole del film che riesce a convincere per quanto riguarda atmosfera, jumpscare, e fotografia, una giovane coppia decide di tornare a casa dopo essere stati al matrimonio del loro amico Mike, fra loro ci sono incomprensioni, attraversano un momento di crisi, la Tyler essendo un ‘attrice molto espressiva riesce con la sua gestualità ed i suoi sguardi a trasmettere queste sensazioni: quando fuma nervosamente in auto, il suo sguardo è spesso spaesato, triste è una donna piena di insicurezze, fragile. La prima parte è quella dove emerge maggiormente l’aspetto più psicologico della vicenda, dove vengono messe a nudo le debolezze ed i problemi della coppia, si potrebbe azzardare che i tre (numero perfetto) pazzi mascherati possano essere anche una personificazione dei loro demoni interiori che oltre ad invadere le loro menti si materializzano invadendo la loro casa, quindi minando in un certo senso le loro sicurezze di coppia mettendoli in crisi.
I tre assassini sono figure mute e malefiche totalmente spersonalizzate, non a caso già dalle prime avvisaglie dell’imminente home invasion ovvero nel momento in cui la ragazza suona il campanello con una banale scusa il suo volto non si palesa rimanendo nell’ ombra chiaro riferimento a questa spersonalizzazione a cui accennavo, la fotografia adotta con efficacia toni sempre scuri, con un finale inaspettatamente alla luce del sole dove nei momenti più disperati si opta per una messa in scena esposta alla luce del sole che arriva dalla finestra creando un contrasto efficace e straniante. Il livello di splatter è basso ma il film è percorso da una tensione palpabile dall’inizio alla fine, il film ha ricevuto recensioni contrastanti alcuni infatti hanno sottolineato la sua labile sceneggiatura, tuttavia credo che questo fattore sia una cosa voluta di cui Bertino è consapevole anzi ne fa riferimento esplicito nel dialogo finale quando la protagonista chiede ai maniaci: “perchè lo fate?” “Perchè eravate in casa” questa affermazione semplice ma brutale esplicita il senso del film, “gli sconosciuti” sono semplicemente dei pazzi e delle figure archetipiche che simboleggiano la minaccia sulla tranquillità che spesso diamo per scontata nella nostra vita, una soluzione che lascia sicuramente un po’ di amaro in bocca a chi cercava una soluzione più profonda, tirando le somme “Strangers” è un esercizio di stile ben riuscito a livello registico supportato da una sceneggiatura volutamente deboluccia, un buon film a patto di stare al suo gioco senza arrovellarsi il cervello in cerca di particolari spiegazioni. PS: È stato fatto anche un seguito per la regia di Johannes Roberts chiamato “The strangers-prey at night”