REGIA: TANELI MUSTONEN
ATTORI: TRISTAN RUGGERI, TERESA PALMER, STEVEN CREE, BARBARA MARTEN
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: HORROR-THRILLER PSICOLOGICO
ANNO: 2022
Taneli Mustonen è un regista finlandese che in ambito horror aveva girato il thriller-slasher “Lake Bodom” ispirato ai tragici fatti accaduti in Finlandia negli anni ’60, qui torna alla carica con questo film ad ambientazione finlandese con forti connotazioni pagane e derive sataniste, che cerca di fondere insieme thriller, dramma e sprazzi di esorcistico. La sceneggiatura dello stesso Mustonen e di Aleksi Hyvarnien vede al centro della vicenda Rachel (Teresa Palmer) e Anthony (Steven Cree) trasferirsi dalla caotica New York in una piccola cittadina finlandese per ricominciare una nuova vita col loro figlio Elliot dopo la morte del fratello gemello Nathan. Arrivati nella piccola cittadina finlandese si dovranno adattare al nuovo stile di vita facendo i conti con le differenze culturali del posto (abitato da cittadini chiusi e piuttosto diffidenti) e con strane leggende che vogliono il luogo abitato da seguaci di antichi culti pagani e strani episodi di possessione diabolica come racconta la vecchia Helen (Barbara Marten) a Rachel. Il piccolo Elliot comincia ad affermare di essere suo fratello Nathan come se ci fosse stato un diabolico scambio di anime (forse addirittura durante uno strano rituale) cosa si nasconde dietro queste bizzarre affermazioni? Quali segreti rituali si svolgono nel piccolo paese? La fotografia di Daniel Lindholm è buona, l’ambientazione rurale funziona bene, l’intento del regista è creare un ambiente sinistro e sottilmente ostile per la protagonista che diventa l’unico punto di riferimento per lo spettatore nella quale identificarsi. La sceneggiatura crea molti depistaggi, riuscendo a tenere vigile lo spettatore, dall’altra parte però viene fuori il più grande difetto del film che è quello di voler mischiare troppi generi in un unico calderone risultando spesso confusionario passando da essere un thriller psicologico con contorni da ghost story continuando come thriller a base di sette sataniche, da dramma tinto di nero ad horror paranormale mischiando sempre tutti questi generi senza mai prendere una precisa direzione. Teresa Palmer è adattissima ad interpretare il ruolo di una madre tormentata senza mai trasformarsi nella solita final girl di turno anzi, se analizziamo il percorso del suo personaggio ci accorgiamo che è tutta una costante discesa verso una follia palpabile, Steven Cree che interpreta Anthony (il marito, “300 L’alba di un impero”, “Maleficent”, “Terminator-destino oscuro”) è un personaggio carontico che cerca di far approdare sua moglie ad altri lidi (salvifici o meno non posso dirlo per questioni di spoiler). La figura geometrica del cerchio torna spessissimo nel film (chiarificata a dovere anche dalla sceneggiatura) nella forma circolare di uno specchio, nella ripresa dall’alto di una strada o un capannello di persone, spesso davanti agli occhi dello spettatore immerso in questo microcosmo carico di ritualità pagana trasportata nella modernità. Un film che si lascia guardare senza fare particolari scintille, con degli spunti interessanti ma che spesso si perde per strada volendo inglobare al suo interno troppi elementi diversi fra loro.