REGIA: M. NNIGHT SHYAMALAN
ATTORI: OLIVIA DE JONGE, ED OXENBOULD, DEANNA DUNAGAN, KATHRYN HAHN
REPERIBILITÀ: ALTA
GENERE: THRILLER-HORROR
ANNO: 2015
“The visit” è un thriller-horror del famoso regista M. Shyamalan (“Il sesto senso”, “Split”, “The village”) nonostante la locandina lasci presagire un film esorcistico “The visit” è un intelligente thriller-horror molto originale, appartenente a quei film un po’ dissacranti nei confronti di figure amabili e rassicuranti a cui tutti siamo legati: i nonni. Alcuni horror americani avevano già provato questa strada come ad esempio “Grandmother’s house” di Rader. Il film di Shyamalan (in questo caso regista e sceneggiatore) si avvale dell’espediente del found footage per mettere in scena una vicenda in cui la tensione cresce piano piano fino ad esplodere poi nella rivelazione finale che lascerà sicuramente sorpreso lo spettatore. Parliamo dunque di un thriller-horror a budget contenuto che trova nell’enigma (di cui il regista e sempre stato abile costruttore) e nel depistaggio dello spettatore i suoi punti di forza, avvalendosi poi di jumpscare di sicuro impatto.
Abbiamo un’abbondanza di primi piani, soprattutto dei giovani protagonisti, una scenografia semplice ed efficace consistente in una fattoria isolata con la quale creare un ambiente adatto ad un crescendo di follia, come ho detto “The visit” non è un film esorcistico tuttavia di questo genere conserva alcune caratteristiche riscontrabili in certe sequenze: la nonna che sembra parlare (al muro) con presenze invisibili, sempre la nonna che nella sequenza del giocare a nascondino nel basamento della fattoria rincorre muovendosi a quattro zampe i poveri nipoti come fosse posseduta o quando corre come una pazza per casa di notte inseguendo chissà cosa. Sono tutti elementi semplici da mettere in scena ma grazie all’esperta regia di Shymalan riesco sempre a colpire nel segno e a far emergere nello spettatore molte domande, di cosa mai si tratterà? Possessione? Presenze? Creature aliene che si sono impossessate dei nonni? Tutti questi interrogativi fanno rimanere lo spettatore incollato allo schermo in attesa della rivelazione che in questo caso sarà semplice ma allo stesso tempo totalmente imprevedibile in pieno stile Shymalan.
La sceneggiatura è molto semplice, direi quasi elementare, Loretta è una donna divorziata che ha tagliato i ponti con i suoi genitori a causa di un litigio con i suoi genitori che non approvavano il suo compagno, molti anni dopo Loretta decide di far conoscere i suoi ragazzi: Rebecca e Tyler ai nonni per cercare anche un riavvicinamento, Loretta è appassionata di riprese video e porta con se una telecamera con la quale riprendere tutti i momenti del viaggio. I due giovani non hanno mai visti i nonni e non sanno il vero motivo di quella vecchia lite, ad attenderli troveranno i due simpatici vecchietti, tuttavia presto accadranno cose strane, la nonna sembra soffrire di una strana sindrome chiamata “sindrome del tramonto” infatti al calar della sera mostra atteggiamenti inquietanti come sonnambulismo, girare nuda per casa, aggrapparsi alle pareti come un animale, tuttavia anche il nonno non pare essere da meno, aggredisce persone per strada, e manifesta intenti suicidi.
Presto la situazione si farà drammatica per i due ragazzi. La sequenza del gioco nel basamento è una delle più riuscite, un luogo sinistro, un montaggio rapido, e le rapide movenze di Deanna Dunagan (la nonna) che la fanno sembrare quasi un animale (un ragno forse) che si aggira fra le basse colonne delle fondamenta in un gioco pauroso che spaventa i nipoti, ma anche la scena della sedia dove la nonna ride a vuoto e ha scatti autolesionistici colpisce duro rifacendosi ai vecchi stilemi horror (una figura di spalle sulla sedia a dondolo). “The visit” è un film composto da pochi personaggi con una profonda caratterizzazione, basato sulla grande interpretazione dei suoi attori come Deanna Dunagan (“Just like a woman”, “Lontano da Isaiah”) capace di alternare stati di tranquillità a scatti di rabbia e follia, oppure del nonnetto Peter MacRobbie (“Spiderman 2”, “Sleepers”, “Il ponte delle spie”) il quale sembra più equilibrato ma in realtà nasconde strane manie. Un film che spaventa senza dover ricorrere a chissà quali effetti speciali.